Caro Jordan, ma perché ho seguito il tuo consiglio?

Caro Jordan, ma perché ho seguito il tuo consiglio?

Quel giorno avrei dovuto seguire il mio istinto. Ma quell'uomo, pur da lontano, è sempre stato un punto di riferimento

Quello del sabato pomeriggio era un appuntamento fisso: compiti per il lunedì a casa del mio caro amico Luca, ed alle 19 partita a basket nel canestro appeso al muro in camera della sorella. Quel sabato 4 novembre 1978 però il solito programma era destinato a cambiare. La Rai avrebbe trasmesso la diretta integrale dell'anticipo della 1ªgiornata del campionato di basket di serie A1 fra Billy Milano ed Emerson Varese. Tutta! Non solo il secondo tempo.

Fu così che venimmo a conoscenza che dal martedì seguente sarebbe stata in edicola una nuova rivista di basket dal nome decisamente beneaugurante: Superbasket. Il direttore? Ovviamente lui, il mitico Aldo Giordani, il telecronista che con la sua voce pastosa ed il suo eloquio forbito e didascalico ci accompagnava e ci spiegava quello che succedeva nelle partite di basket che la Rai si degnava di trasmettere. Per fortuna c'erano anche le partite di basket jugoslavo su Capodistria, e quelle del campionato elvetico sulla Svizzera. Ma Giordani era Giordani.

Io, già abbonato a Giganti del Basket dal 1975 ed abituale acquirente di una rivista settimanale cestistica che si chiamava – vado a memoria – Il Basket, alla notizia della novità editoriale ricordo che andai in sollucchero cominciando ad immaginare chissà quali meraviglie.

E così la mattina di quel martedì 7 novembre 1978, prima di andare a scuola – frequentavo la terza media – mi presentai alla solita edicola per acquistare il primo numero di Superbasket. Le attese non andarono deluse. Era bellissima: bel formato, foto a colori, interviste a giocatori, ma soprattutto i tabellini di tutte le partite di A1 e A2 e le notizie dal fantomatico pianeta NBA, un qualcosa di cui mio padre – che li chiamava “i professionisti” - mi parlava come di un mondo straordinario ed irraggiungibile.

Da quel giorno Superbasket cambiò la mia vita di giocatore ed appassionato. Finivo di leggerlo al massimo il mercoledì e poi iniziava l'attesa fino al martedì successivo. E così fino al 1997 quando, coronando un sogno della vita, grazie a Claudio Limardi e ad Enrico Campana, a Superbasket andai a lavorare. Un lavoro che avrei pagato per fare, mentre erano loro che pagavano me!

Giordani, che già mi era a dir poco simpatico, diventò un mio idolo. Avrei dato chissà cosa per conoscerlo. Poi un giorno Giordani lo conobbi veramente.

Me lo presentò il dottor Bruno Battistini dirigente della Libertas Forlì, la squadra della mia città. Balbettai qualcosa ma rimasi rapito dalla sua malcelata simpatia e bonomia. Un giorno, era l'agosto del 1988, mi presentai sotto il suo ombrellone sulla spiaggia di Milano Marittima.

Mi ripresentai - ovviamente non si ricordava di me - e gli chiesi se fosse stato possibile parlare un po' con lui ed avere qualche consiglio visto che da un anno avevo cominciato a scrivere di basket e non solo. Gentilissimo e disponibile, mi disse di presentarmi nel pomeriggio a casa sua. E così, non poco emozionato, feci. Fu squisito, gentile, disponibile e ciarliero. Ma quando gli chiesi consigli sulla professione, fu categorico. Mi disse che avrei fatto bene a continuare a frequentare Giurisprudenza all'Università e che avrei dovuto tenere il giornalismo solo come hobby.

“Ma se venissi a Milano, potrei fare qualcosa per lei?” Rispose che qualcosa da fare ci sarebbe stato sicuramente, che non mi avrebbe chiuso la porta, ma che per il mio bene me lo sconsigliava. Laureati poi ne riparliamo. Ligio al dovere per non dispiacere i miei genitori, seguii purtroppo il suo consiglio e non andai a Milano a bussare alla sua porta e a quella di Superbasket. Non mi sono mai così profondamente pentito di una decisione presa come di quella. Ma il Jordan, con i suoi pezzi attraverso le pagine di SB e tramite la sua voce, è sempre stato per me un insostituibile punto di riferimento. E sempre lo sarà. Grazie Aldo! Grazie Superbasket!

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Superbasket # 42 (dicembre 2018-gennaio 2019) | Pagina 9

Stefano Benzoni

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