Anno 2016: Il mal di pancia olimpico e il tris di Milano

Anno 2016: Il mal di pancia olimpico e il tris di Milano

Il 2016 è un anno amaro per la pallacanestro italiana, che sognava di tornare alle Olimpiadi con una Nazionale attrezzata e pronta a brillare in quel di Rio de Janeiro. Il torneo preolimpico di luglio, però, termina con un brutto colpo per tutto il movimento del basket azzurro: l’Italia, reduce dalle vittorie contro Tunisia, Croazia e Messico, perde infatti la finale di Torino contro i croati sconfitti quattro giorni prima. Un insuccesso difficile da mandare giù anche per via del supplementare mal gestito, degli errori arrivati nelle fasi salienti del match e del talento a disposizione di coach Messina. Ma al di là della delusione azzurra, l’anno in questione si rivela senza dubbio memorabile per l’EA7 Emporio Armani Milano, vincitrice della sua quinta Coppa Italia (la prima dopo il 1996), del suo ventisettesimo scudetto e della sua primissima Supercoppa Italiana, ottenuta all’inizio della stagione 2016-17 con un netto 90-72 in finale contro la Sidigas Avellino (l’MVP della competizione viene assegnato al croato Krunoslav Simon). Con tre nuovi trofei in bacheca, il presidente biancorosso Livio Proli inizia quindi a raccogliere i succosi frutti del lavoro cominciato nel 2008: il primo obiettivo del braccio destro di Giorgio Armani era far tornare l’Olimpia tra le potenze del basket italiano, e così è stato.

Al primo evento del 2016, la Final Eight del Mediolanum Forum nel mese di febbraio, i futuri campioni si presentano secondi in classifica alle spalle della Grissin Bon Reggio Emilia, uscita inaspettatamente ai quarti per mano della Sidigas Avellino (ottava nel girone d’andata). Gli irpini di Pino Sacripanti arrivano fino alla finale contro l’EA7 Milano, reduce dagli agevoli successi contro Venezia (quarti di finale) e Cremona (semifinale). La truppa di coach Jasmin Repesa, a questo punto, si trova davanti una Scandone agguerrita ma troppo corta per compiere il miracolo: l’ultimo match del weekend lombardo termina 82-76 con Rakim Sanders MVP (17 punti per lui). Un aneddoto memorabile su quel fine settimana riguarda il recupero-lampo dell’italo-argentino dell’Olimpia Bruno Cerella, operato in mattinata al menisco e regolarmente in campo la sera.

Archiviata la Final Eight, la stagione continua e la musica al vertice della classifica cambia ben poco. Alla fine della regular season, infatti, l’EA7 si qualifica prima con due punti in più della Pallacanestro Reggiana di coach Max Menetti. A retrocedere, per la prima volta sul campo, è la Virtus Bologna allenata da un Giorgio Valli in lacrime all’ultima di campionato contro Reggio Emilia. Al posto dei bianconeri risale la Centrale del Latte Brescia, rinforzata dalla firma dell’ex Siena e Milano David Moss nel mese di marzo. La Leonessa torna nella massima serie dopo 28 anni, battendo 3-2 la Fortitudo Bologna in finale di A2.

Per quanto riguarda i playoff di Serie A, invece, al primo turno i fari sono tutti puntati su Milano-Trento, ossia la rivincita del quarto di finale di EuroCup conquistato dalla Dolomiti Energia (poi sconfitta in semifinale da Strasburgo). A vincere senza patemi è la compagine meneghina, che dopo un 4-2 sull’Umana Venezia strappa il biglietto della finale contro una Reggio Emilia sulle gambe a causa delle sette gare contro Avellino in semifinale. L’ultimo atto della postseason si chiude quindi sul 4-2 per un’Olimpia in controllo per tutta la durata della serie, decisa anche dai contributi dei tre acquisti biancorossi a stagione in corso: Rakim Sanders (di nuovo MVP), il play lituano Mantas Kalnietis e il lungo uruguaiano Esteban Batista.

Per Reggio Emilia, alla sua seconda sconfitta consecutiva in finale scudetto, è sicuramente un momento non facile. Guardando il bicchiere mezzo pieno, però, il raggiungimento di quel risultato per due anni di seguito è un traguardo importante per una società in costante crescita, anche grazie a un solido nucleo di giocatori italiani. E gran parte del merito è dell’allenatore dell’anno secondo Superbasket: Max Menetti, in Emilia da una vita. Con lui, infatti, la Grissin Bon si consolida ad alto livello in Serie A (Supercoppa 2015, primo posto nel girone d’andata, vittoria ai quarti di finale del 2016 contro i campioni in carica di Sassari e finale) e conquista le Last 32 di EuroCup.

Raccontando il 2016, inoltre, è doveroso menzionare uno dei più grandi talenti del basket femminile italiano. Stiamo parlando di Cecilia Zandalasini, giocatrice dell’anno secondo Superbasket. Nata nel 1996 e cresciuta nelle giovanili della GEAS di Sesto San Giovanni, la lombarda di Broni non si limita a vincere lo scudetto e la Supercoppa con una Familia Schio come al solito indomabile, ma ottiene anche la medaglia d’argento agli Europei Under 20 da MVP della competizione. Da lì è partita la carriera da protagonista di una futura stella della pallacanestro azzurra, ma non solo.

 

  • Personaggio dell'anno

    Livio Proli

  • Allenatore dell'anno

    Massimiliano Menetti

  • Atleta dell'anno

    Cecilia Zandalasini

 

  • Nazionale Italiana maschile

    Non ha partecipato a manifestazioni

  • Scudetto maschile

    EA7 Emporio Armani Milano

  • Coppa Italia maschile

    EA7 Emporio Armani Milano

  • Supercoppa maschile

    EA7 Emporio Armani Milano

  • Coppa Campioni maschile

    CSKA Mosca

  • EuroCup

    Galatasaray Istanbul

  • Fiba Europe Cup

    Skyliners Francoforte

 

  • Promossa in Serie A1 maschile

    Centrale del Latte – Amica Natura Brescia

  • Promosse in Serie A2 maschile

    Roma Gas Eurobasket Roma,

    GSA Udine e Unieuro 2,015 Forlì

 

  • Nazionale Italiana femminile

    Non ha partecipato a manifestazioni

  • Scudetto femminile

    Famila Wuber Schio

  • Coppa Italia femminile

    Passalacqua Ragusa

  • Supercoppa femminile

    Famila Wuber Schio

  • Coppa Campioni femminile

    UMMC Ekaterinburg

  • EuroCup

    Bourges Basket

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Superbasket # 42 (dicembre 2018-gennaio 2019) | Pagina 92-93

Redazione Superbasket

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