Bologna, è mancata la benzia

Bologna, è mancata la benzia

Finale amaro di una stagione straordinaria per due terzi, il calo della seconda fase già evidenziato in Eurolega ha portato la Segafredo a giocare playoff in riserva di energie. Per il terzo anno consecutivo le Vu Nere chiudono al secondo posto, ora c’è da ripensare il roster in funzione di un budget ridotto

Una stagione stellare per due terzi, chiusa senza l’acuto finale. Il 2023/24 della Virtus Bologna non termina a mani vuote, vedi 
la Supercoppa alzata a Brescia nell’atto inaugurale della stagione. Ma la terza sconfitta in altrettante finali Scudetto sembra la più netta, rispetto al 2-4 del 2021/22 e al 3-4 del 2022/23, complice anche la serie più corta per decisione dei due club avallata dalla LBA. Eppure, la Segafredo ha fatto meglio dell’Olimpia per lunghi tratti della stagione: sicuramente in Eurolega, passando dal quattordicesimo al decimo posto e giocando due turni di Play-In. Ed anche in campionato, vincendo la regular season sia pure per differenza canestri nel doppio confronto con l’EA7. Però non è bastato per superare l’arcirivale nell’atto conclusivo: troppi uomini chiave di una squadra anagraficamente non fresca sono arrivati alle partite decisive della stagione con poca benzina nel serbatoio. Su tutti Marco Belinelli, straordinario MVP del campionato a 38 anni, che in finale Scudetto è stato limitato dalla difesa di Milano; ma anche il 36enne Daniel Hackett ha giocato playoff inferiori ad una stagione che per due terzi lo aveva visto protagonista assoluto anche in Eurolega. E lo stesso Toko Shengelia, cardine offensivo di una squadra vissuta a lungo sulla versatilità del lungo georgiano, è stato molto limitato nelle due gare decisive del Forum dalla morsa Mirotic-Melli. 

Il voto alla stagione della Virtus non può che essere positivo; ma la spinta dei primi tre mesi straordinari, con la Supercoppa vinta da Luca Banchi neppure una settimana dopo l’insediamento all’Arcoveggio successivo all’esonero choc di Sergio Scariolo, si è progressivamente esaurita nel tempo. Prova ne sia il record delle Vu Nere nell’anno solare 2024: su 47 partite disputate da gennaio, solo 23 vittorie – complice la serie negativa da 8 sconfitte in fila nel finale della regular season dell’Eurolega – e 24 sconfitte, a testimoniare il calo di rendimento dopo una marcia da superstar (alla pausa per Coppa Italia e Nazionali, la Segafredo era terza in Europa).

L’asse portante basato sull’energia difensiva del trio Hackett-Pajola-Cordinier, sulla qualità offensiva alterna di Belinelli e dell’uomo dell’ultimo tiro Lundberg e sulla produzione interna di Shengelia, negli assetti frontali con Polonara e Mickey a giocare dentro o fuori in coppia con l’ex Cska Mosca, ha esaltato per mesi il coefficiente atletico della Virtus, che in corsa ha avuto tanto dal ritrovato Abass. Alla distanza però sono emerse alcune criticità, già nelle serie playoff con Tortona (da 2-0 a 2-2, poi fattore campo decisivo) e Venezia (le due soffertissime vittorie casalinghe inaugurali e gli alti e bassi con relative “sindromi del terzo quarto”).

Ora andrà ripensata una Virtus diversa in funzione del budget più basso, con le uscite di elementi importanti (ma costosi) come Lundberg e Mickey, e le scelte su Shengelia (contratto rivisto in modalità allunga e spalma o si chiuderà il rapporto?). Anche con un potere d’acquisto inferiore sul mercato di Eurolega, si può pescare bene soprattutto aumentando il coefficiente atletico per lenire l’anagrafe in crescita dei pilastri Hackett e Belinelli.

 

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Superbasket # 66 (giugno-luglio 2024) | Pagina 16-19

Giuseppe Sciascia

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