La settima perla di Ettore Messina

La settima perla di Ettore Messina

Record di Scudetti nell’era playoff per il coach di Milano, che nella post-season ha trovato l’identità giusta per la sua squadra dopo mesi travagliati. Il correttivo Napier, l’intesa Melli-Mirotic, la crescita di Tonut e la durezza mentale necessaria per esaltare le qualità tecniche di un gruppo che avrà bisogno di mantenere continuità di rendimento per far bene anche in Europa

Ettore Messina come Dan Peterson e Cesare Rubini sulla panchina dell'Olimpia Milano. E come nessun altro nella storia del basket italiano dall’introduzione dei playoff. Il settimo Scudetto del coach nativo di Catania (su 8 finali: unica sconfitta nel 2020/21 contro Sasha Djordjevic e la sua Virtus) supera i 6 titoli vinti da Simone Pianigiani – l’ultimo dei quali revocato - negli oltre 45 anni in cui il titolo tricolore si assegna nella fase con “elimination games”. Ma il tris di Scudetti consecutivi accomuna il coach-Presidente delle Basketball Operations biancorosse a due icone storiche della gloriosa società lombarda: l’attuale direttore di Superbasket vinse tre volte di fila dal 1985 al 1987, in precedenza ci fu la dinastia dell’Hall of Famer triestino tra gli anni ‘50 e ‘60. In generale un tris tricolore mancava nel basket italiano da parecchio tempo (ultimo “three-peat” dal 2007 al 2009 di Siena, con altri 4 vinti successivamente e le revoche degli ultimi due), ed è chiaro che l’imprinting di Messina nel doppio ruolo di allenatore e stratega dell’area tecnica è stato fondamentale per il salto di qualità.

“Vincere non è mai scontato: qui sembra che fossero abituati a Scudetti a pioggia...” le parole del coach nel giorno successivo al tris tricolore alla guida dell’Olimpia. Che innegabilmente ha un vantaggio economico importante nei confronti delle inseguitrici italiane, Virtus Bologna compresa. Ma anche le big possono commettere errori di mercato (lo è stato, pur per motivi contingenti, affidare la regia a Kevin Pangos nell’estate 2023), o avere processi lunghi di gestazione nell’inserimento dei nuovi arrivati. Anche se si tratta di fuoriclasse come Nikola Mirotic: grande acquisto dell’estate 2023, inizialmente però di difficile collocazione tattica nel contesto di una squadra alla quale l’asso montenegrino è stato aggiunto in corsa a fine mercato. E la Milano di inizio anno, senza un play affidabile al volante e con difficoltà difensive nella gestione del “quintettone” con l’ex Chicago Bulls come ala piccola, ha sbandato paurosamente in campionato (5-5, peggior inizio dell’era Armani come nel 2012/13) e in Europa. E nel mirino della critica è finito lo stesso Messina, tra i veleni social e gli attacchi al doppio ruolo: dopo la sconfitta di Sassari ad inizio dicembre è dovuta intervenire la proprietà, annunciando l’estensione contrattuale fino al 2026 già concordata in estate per bocca del Presidente Leo Dell’Orco, per dimostrare la totale fiducia dei vertici del club nell’operato del President of Basketball Operations.

I risultati del campo hanno dato ragione alla società, ed a Messina, attraverso un paziente lavoro di cesello per sistemare le criticità iniziali. Milano si è compattata nonostante le traversie legate agli infortuni, tra cui gli stop di Shields e Mirotic durante l’inverno che hanno rilanciato l’importanza dello zoccolo duro italiano, in particolare mettendo in evidenza la crescita costante di Stefano Tonut, passato da comprimario nelle finali Scudetto 2022/23 a pilastro difensivo del tricolore 2023/24. Il ritorno di Shabazz Napier, perfetto pilota nei playoff giocando una finale da risolutore (specie in Gara 1, con lo sblocco offensivo dopo i 25 punti del primo tempo, e il pareggio dall’arco a 33” dal termine dei regolamentari), e l’intesa tecnica sull’asse Mirotic-Melli hanno permesso all’Olimpia di presentarsi al momento decisivo della stagione in condizioni ottimali. E il basket “Messiniano”, basato su coralità delle esecuzioni, sfruttamento dei vantaggi offensivi, control-game in funzione della supremazia sotto i tabelloni e tenuta difensiva, è stato determinante per il tris tricolore dopo mesi di eccessiva “tripla-dipendenza” e difficoltà nelle battaglie aeree (chiavi delle sconfitte esterne - 3/14 il record lontano dal Forum - determinanti per il mancato raggiungimento dei playoff di Eurolega). Nell’EA7 dei playoff si è vista chiaramente l’impronta di Messina, ed è per questo che il tecnico milanese confida di ripartire dallo stesso livello di continuità in termini di durezza mentale per un 2024/25 che accomuni successi nazionali e internazionali.

 

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Superbasket # 66 (giugno-luglio 2024) | Pagina 12-15

Giuseppe Sciascia

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