Generazione Vincente Napoli Basket - Napoli torna nel salotto buono col talento dei suoi stranieri
Prima Final Eight dal ritorno in Serie A per il Napoli Basket. L’asse Dalla Salda-Llompart-Milicic ha costruito una squadra votata alla corsa ed al basket champagne, che ha scaldato il cuore dei tifosi. E con l’aggiunta in corsa di Markel Brown si candida ad un ruolo da outsider di lusso
Prima Final Eight dal ritorno in Serie A per la giovane realtà del Napoli Basket, che riporta il capoluogo della Campania tra le otto big della prima metà della stagione 18 anni dopo la storica Coppa Italia vinta dall’allora Carpisa Napoli di Piero Bucchi e Lynn Greer. L’esperienza precedente di Napoli, nell’attuale conduzione societaria legata al Presidente Federico Grassi, risale alla coccarda tricolore vinta in Serie A2 nella stagione conclusa con la promozione tra i professionisti con Pino Sacripanti in panchina. Dopo due sofferte salvezze nelle prime stagioni in Serie A, il nuovo corso della Generazione Vincente con Alessandro Dalla Salda al timone e la “strana coppia” Llompart-Milicic alla guida dell’area tecnica ha ottenuto un risultato capace di stimolare la passione dei tifosi napoletani per il basket, come denotano i dati in grande ascesa delle presenze alla Fruit Village Arena PalaBarbuto a metà del cammino. Anche per questo la proprietà si è sobbarcata l’extra sforzo per riportare in Italia Markel Brown dopo la tegola Jaworski, volendo alimentare un entusiasmo per una squadra che vince divertendo e divertendosi.
L'OBIETTIVO • La sfida ai campioni in carica nel tabellone dei quarti è un ostacolo impegnativo per la squadra di coach Milicic. Ma se la società è al debutto nel salotto buono della Final Eight, la carta dell'esperienza dei tanti stranieri di lungo corso è un fattore importante da giocare in una manifestazione in modalità elimination game. Napoli si è guadagnata con merito la chance di partecipare alla kermesse di Torino, e vuole onorare la sua presenza dimostrando di poter diventare una presenza fissa nei piani alti del basket italiano. Il progetto è solido e il potenziale della città, al di là degli investimenti cospicui anche in passato della proprietà, è davvero notevole. Se all’Inalpi Arena la Generazione Vincente non sarà comparsa, ma saprà far valere le sue qualità atletiche ed offensive, sarà un trampolino di lancio verso l’ultimo terzo di stagione con velleità da protagonista assoluta.
IL CAMMINO • Sprint di valore assoluto nella prima metà del girone d’andata per la Generazione Vincente, partita col botto sin dai 111 punti realizzati nell’esordio vittorioso di Sassari, e dall’esordio casalingo corredato dall’impresa contro i campioni d’Italia in carica di Milano. Primo stop stagionale alla terza di andata a Brescia, l’avversaria sul cammino come primo ostacolo a Torino, poi un poker di vittorie consecutive dalla sesta alla nona giornata, compresi i colpacci sui campi di Pesaro e Treviso, che ha portato i partenopei al vertice della classifica in coabitazione. Da qui è arrivata una fase-no di 4 sconfitte in fila, coincise anche con la perdita per infortunio di Justin Jaworski in occasione del derby del 17 dicembre a Scafati. L’arrivo di Markel Brown ha permesso alla Generazione Vincente di ripartire di slancio con la vittoria casalinga di fine 2023 contro Tortona, e il colpaccio sul campo di Venezia che ha messo il punto esclamativo sulla qualificazione alla kermesse di Torino.
LA STELLA • Tomislav Zubcic è il frontman di una Generazione Vincente a maggioranza straniera a stelle e strisce, che però sfrutta le doti tecniche dell’esperto lungo per massimizzare il talento atletico della sua batteria perimetrale. Il 34enne giocatore prodotto dalle giovanili del Cibona Zagabria è la naturale estensione dei giochi a due con Tyler Ennis, capace di giocare spalle a canestro ma soprattutto di colpire dall’arco con micidiale puntualità sui pick&pop che ne esaltano le qualità balistiche (sfiorato il 50% da 3 nel girone d’andata). Il giocatore classe 1990 è un giramondo che ha vestito svariate maglie in svariate nazioni, ed ha sempre segnato con continuità e profitto in ogni incarnazione, compresa l’ultima in EuroCup ai London Lions. Ma probabilmente mai come a Napoli ha avuto un ruolo così centrale nel progetto tecnico.
L'UOMO CHIAVE • Michal Sokolowski è l’uomo di fiducia di coach Milicic per dare equilibrio ad una squadra bisognosa di un equilibratore europeo per limitare gli sbalzi di rendimento legati agli estri degli americani sul perimetro. L’ala ex Treviso è un pretoriano del tecnico croato con la Nazionale della Polonia, che già lo aveva seguito lo scorso anno in Turchia al Besiktas: non a caso è stato uno dei primi acquisti estivi della Generazione Vincente, mettendo la sua intelligenza cestistica al servizio della squadra. E non a caso è il giocatore più utilizzato dall’allenatore croato per le sue qualità da uomo di raccordo fra i reparti. Difesa, rimbalzi, triple aperte, ma soprattutto uno spiccato senso della squadra: le qualità dell’ala polacca sono fondamentali per esaltare il valore del collettivo partenopeo.
IL PUNTO DI FORZA • Il mix di qualità offensive ed atletiche di una squadra che ama correre e sparare dall’arco con grande energia. Napoli è una squadra di attaccanti (terzo posto assoluto in Serie A in termini di produzione offensiva al giro di boa) che vive della creatività perimetrale della coppia Ennis-Pullen, della doppia dimensione di Zubcic e dei balzi dell’esplosivo Tariq Owens sotto i tabelloni. In più la capacità di Markel Brown di entrare negli equilibri del team partenopeo, aggiungendo un secondo equilibratore al collante Sokolowski, ha aumentato ulteriormente il potenziale offensivo senza crisi di rigetto. Anzi l’ex varesino ha ulteriormente migliorato la pericolosità perimetrale della Generazione Vincente, che ha toccato picchi da 18 triple realizzate, massimizzando una produzione balistica già consistente. Se Napoli è in serata al tiro e trova benzina – sotto forma di rimbalzi – per imporre i suoi ritmi, diventa squadra difficilmente fermabile sul piano della qualità offensiva.
IL PUNTO INTERROGATIVO • La versione “bersagliera” della Generazione Vincente punta su atletismo, energia e dinamicità per esaltarsi in velocità. A volte però le battaglie in quota la vedono soccombere contro avversarie più stazzate, e quando non è serata dall’arco diventa problematico trovare alternative affidabili. Scelte di campo basate sulla strategia di costruzione di un roster rivelatosi non profondissimo dietro il parco dei sei stranieri e la coppia De Nicolao-Lever dalla panchina; coach Milicic ritaglia qualche minuto anche per Ebeling e Dut Mabor, ma è chiaro che sono i 6 stranieri il cardine del gioco (soprattutto offensivo) della Generazione Vincente. Napoli ha dimostrato di saper vincere anche partite a punteggio basso (vedi l’impresa casalinga con Milano), nelle altre sfide con le big (compresa Brescia, sua avversaria a Torino) ha faticato quando ha dovuto giocare su temi e ritmi a lei non congeniali.
IL COACH • Prima Final Eight italiana alla prima esperienza in Serie A per Igor Milicic, 47enne tecnico croato che dopo aver concluso l’avventura da giocatore in Polonia ha avviato nel 2014 la carriera da allenatore nella stessa nazione. Fino a quando non
è diventato c.t. della Nazionale, balzando agli onori della cronaca per la straordinaria cavalcata agli Europei 2022 raggiungendo uno storico quarto posto grazie all’impresa nei quarti contro la Slovenia di Luka Doncic. La scelta dell’asse Dalla Salda-Llompart, che ha scommesso su un coach esordiente in Italia, si è rivelata vincente per la capacità di Milicic di dare un’identità forte alla sua Generazione Vincente. L’anima è fortemente americana, lasciando la possibilità agli stranieri sul perimetro di esaltare il loro talento. Ma è evidente il lavoro del coach sulla coralità e sulla tattica (vedi la scelta della zona, decisiva per il raid del Taliercio), e il polso della conduzione della squadra che pare completamente nelle mani del croato, con un equilibrio affidabile tra qualità individuali e funzionalità del sistema collettivo.
IL PRECEDENTE • L’80-71 della gara di campionato a Brescia è stata la prima sconfitta stagionale per i partenopei alla terza giornata di metà ottobre 2023. Da allora è passata molta acqua sotto i ponti, e c’è la carta Markel Brown in più da giocare per coach Milicic. In quella circostanza il derby croato sotto canestro esaltò l’esperienza di Miro Bilan (15 punti e 14 rimbalzi) in una serata no per Tomislav Zubcic (solo 6 punti con 1/7 al tiro). Di fatto la Generazione Vincente non riuscì ad imporre la sua identità, tirando male dall’arco (8/27 da 3) e subendo decisamente l’urto a rimbalzo della più stazzata Germani. Chiarissimo il messaggio per il tecnico croato di Napoli in vista della rivincita dell’Inalpi Arena: il superiore tonnellaggio della Germani va sfidato sul piano del ritmo e del punteggio alto, ossia le armi migliori di una Generazione Vincente che ha pochi rivali quando riesce a giocare la sua pallacanestro a tutto gas.
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Superbasket # 65 (febbraio-marzo 2024) | Pagina 32-35