Il fortino del PalaMangano lancia Scafati: una promozione attesa 14 anni

Il fortino del PalaMangano lancia Scafati: una promozione attesa 14 anni

La squadra salernitana, dopo un percorso piuttosto tumultuoso di alti e bassi, torna nella massima serie per la prima volta dalla stagione 2006-2007

Stessi colori, stesso girone di provenienza e – più o meno – stessa grande assenza dalla massima serie: con due giorni di ritardo rispetto a Verona, Scafati ottiene a propria volta la promozione in Serie A, rinforzandone la presenza campana (seconda squadra ad approdarvi dopo Napoli). A 16 anni di distanza dalla prima storica partecipazione, abbandonata un paio di stagioni più tardi tramite retrocessione, la Givova nella prossima stagione tornerà a competere con le formazioni più forti del panorama nazionale. Quasi un decennio e mezzo fatto di ripartenze ed alti e bassi, con la società salernitana che, stagione dopo stagione, ha studiato gli aggiustamenti corretti da applicare per raggiungere il traguardo desiderato. Un percorso fatto di scelte coraggiose, come quello di cambiare quasi interamente il roster che l’anno scorso aveva portato a casa la Supercoppa LNP e ottenuto le semifinali nella Coppa Italia e nei play-off.

UN CAMPIONATO DA PROTAGONISTA

Scafati non ha brillato solo per il cammino playoff culminato con la promozione. La formazione agli ordini di coach Alessandro Rossi ha infatti disputato un intero campionato di Serie A2 da protagonista. I gialloblù hanno infatti chiuso al primo posto il Girone Rosso grazie ad un record di 25 vittorie e 5 sconfitte, con un registro casalingo che ha segnato 15 successi in altrettanti impegni: la Givova è risultata così l’unica squadra dell’intera A2 a mantenere inviolato il proprio parquet, trend poi proseguito anche nei playoff, con il bilancio totale tra le mura amiche che alla fine è di 23 vinte e nessuna persa. Ma non solo. I campani durante la stagione regolare – compresa la fase ad orologio – hanno anche fatto registrare il secondo miglior attacco, con 82.0 punti segnati a partita (appena 0.1 punti in meno della leader Cantù), e la terza miglior difesa, con 69.6 punti subiti a match, dell’intero campionato. Insomma, il successo finale è stato semplicemente la degna conclusione di un’annata praticamente perfetta. Una vittoria, quella del Tabellone Argento nella postseason, che parte quindi dal fortino del PalaMangano e dai suoi tifosi, pubblico probabilmente più caldo di tutta la A2. Un fattore campo che l’ha fatta da padrone lungo tutte le serie: dai quarti di finali dominati contro la Novipiù JB Casale Monferrato (3- 0) alla gara5 della finale contro l’Acqua S.Bernardo Cantù, passando per le combattute semifinali contro l’UCC Assigeco Piacenza (3-2). Sfide che la formazione salernitana si è giocata soprattutto in trasferta, visto che nessuno dei propri avversari ha mai trovato fortuna nei viaggi in Campania, dove anzi sono stati spesso nettamente sopraffatti.

PROFESSIONALITÀ E SACRIFICI: IL SEGRETO DEI GIALLOBLÙ

Come sottolineato in apertura, le ultime stagioni della Givova sono state una sorta di montagne russe, con la società che ha dovuto di volta in volta valutare e compiere le scelte giuste per aumentare le chance di successo. Valutazioni che hanno portato i campani a rivoluzionarsi completamente rispetto alla scorsa stagione, dai giocatori allo staff tecnico. All’approdo in panchina di coach Rossi hanno fatto eco le firme di Iris Ikangi, Quirino De Laurentiis, Davide Raucci, Diego Monaldi e Joseph Mobio. Un reparto italiani che ha ovviamente visto anche la presenza di Riccardo Rossato e Valerio Cucci, unici superstiti dell’annata 2020-2021, e che è stato completato dagli Under Matteo Parravicini, Gaetano Grimaldi e Fabio Perrino. Non ci si può dimenticare poi di David Cournooh, aggiunta per i playoff dal grandissimo valore. Roster che viene infine chiuso da due americani di assoluto livello: Rotnei Clarke e Ed Daniel. Un gruppo che ha lavorato con “dedizione, serietà e senso di appartenenza”, riprendendo le parole di coach Rossi, dove ogni pedina ha apportato un mattoncino alla causa ed è stata protagonista a modo suo. Un remare nella medesima direzione con convinzione, con fame agonistica e grande organizzazione, che alla fine ha fruttato un risultato impensabile ad inizio stagione.

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Superbasket # 57 (giugno-luglio 2022) | Pagina 30-31

Andrea Grosso

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