L’evoluzione delle Sneakers

L’evoluzione delle Sneakers

Sbirciando su qualche testo della fornita biblioteca cestistica della collezione, ho scoperto che già nel lontano XVI secolo alcune tribù del sud America avevano l’abitudine, per proteggere le piante dei piedi, di spalmarvi sopra il lattice raccolto dagli alberi di caucciù.

Erano forse le prime “sneakers” della storia? È proprio con questo nome infatti che gli americani hanno battezzato quelle che noi chiamavamo semplicemente scarpe da ginnastica.

Le sneakers, infatti, non sono solo un oggetto fashion che ha accompagnato intere generazioni, ma anche ambiti cimeli dei collezionisti e un utile strumento per ripercorrere, attraverso lo studio dei materiali e del design, la storia della pallacanestro.

Nella loro evoluzione, la similitudine più appropriata potrebbe essere quella con gli pneumatici delle automobili modificatisi negli anni per le mutate condizioni delle strade, della velocità e del peso dei veicoli.

Alcuni dei primissimi modelli avevano la suola bucata con alcuni fori di circa un centimetro per migliorare l’aderenza sul parquet mentre altre avevano suole più robuste poiché si giocava anche su campi in terra battuta o cemento.

Fin dalla metà del 1900 negli USA alcuni giocatori hanno promosso le scarpe più in voga in quegli anni accostando al brand il loro nome (Mikan, Cousy, Lapchick…); in Italia invece, dopo un totale monopolio a favore della Superga con il modello 218 in tela, quello con il dischetto in gomma applicato alla caviglia, nel 1964 vengono importate per la prima volta, dalla ALL BASKET di Milano del mitico Basilio, le Converse All Star nella versione bassa bianca e dal 1966 anche la versione alta.

Per trovarle nei negozi bisogna aspettare la fine degli anni ‘60, uno dei pochissimi a venderle era Sisti Sport sempre a Milano.

Vista la difficoltà a reperire scarpe specifiche per il basket si usavano le comuni scarpe da educazione fisica come Palladium, Tiglio, Atala Sport.

Avere un paio di All Star ti cambiava la vita, ricordo che le pulivamo periodicamente con spugnetta e sapone nella parte bianca in gomma. Le mutate condizioni aprirono una vera lotta tra le aziende per assicurarsi fette di mercato sempre più grandi.  

Si affacciarono così nuovi concorrenti come Adidas, Puma, Pro Keds, Diadora, Tiger, Hutchinson, Mecap, Kronos, Lotto, Antonini...

Una curiosità di quegli anni era la frequente abitudine, soprattutto tra i giocatori stranieri del nostro campionato, di applicare sulle scarpe che usavano abitualmente dei marchi posticci dello sponsor tecnico che forniva le calzature, per poter continuare ad usare il modello a cui erano abituati e che forniva maggior comfort.

Iniziarono anche le prime dispute tra le grandi case produttrici per la difesa dei loro brand da tentativi di imitazione (Adidas – Pro Keds ad esempio), si svilupparono nuovi design e si utilizzarono nuovi materiali (camoscio o pelle) allargando ulteriormente il mercato ad altri marchi come Nike, Pony, Reebok, L.A. gear, New Balance e altri.

Il mondo sneakers è in continuo movimento alla ricerca di soluzioni tecnologiche sempre più avanzate ed ormai i modelli in commercio sono centinaia e centinaia per soddisfare le richieste di qualsiasi atleta. 

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Giganti # 6 (ottobre 2018) | Pagina 77

Alberto Cecere e Giampiero Hruby

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