Virtus Segafredo Bologna - Bologna torna a Torino per vincere e cancellare il ricordo del 2023
Già vittoriosa in Supercoppa, la Segafredo parte dalla posizione numero 3 del tabellone della Final Eight. L’asse Banchi-Hackett, il talento di Shengelia e Belinelli, la profondità di un roster ricco di risorse e dalle gerarchie molto solide: ci sono gli ingredienti per arrivare fino in fondo
La Virtus Bologna si ripresenta a Torino per cancellare il ricordo amaro della finale persa a febbraio 2023. E rompere un digiuno in Coppa Italia che dura dal lontano 2002, tornando sola al comando nella classifica dei successi storici nelle 47 edizioni della competizione organizzata dalla Lega Basket, che la vede condividere con Olimpia Milano e Benetton Treviso il record di 8 successi. La truppa di Luca Banchi è l’unica, tra le 8 protagoniste della kermesse dell’Inalpi Arena, a potersi fregiare di un titolo già conquistato nella stagione in corso. Col trionfo nella Supercoppa del settembre 2023 a Brescia, la Segafredo ha inaugurato nel miglior modo possibile la gestione del tecnico toscano MVP sulle panchine dei Mondiali di Manila con la sua Lettonia. È stato il segnale anticipatore di un cammino finora brillantissimo sui due fronti di campionato ed Eurolega, pur con qualche acciacco che ne ha relativamente limitato il percorso in Italia, al cambio di un rendimento spumeggiante a livello internazionale dove è già stato superato il totale di vittorie conquistate nel 2022/23 con diversi turni ancora da disputare. Bologna è una protagonista annunciata della Final Eight, che per ambizioni e status da big si candida tra le potenziali favorite anche senza partire dal numero 1 del tabellone eliminatorio.
L'OBIETTIVO • La Virtus corre per vincere, come in ogni competizione italiana alla quale partecipa il club bianconero in campo nelle ultime tre finali scudetto (campione 2020/21 e vicecampione 2021/22 e 2022/23). La concorrenza sarà ancora più agguerrita del solito, vista la crescita delle outsider – Venezia e Brescia su tutte, ma mai come quest’anno il tabellone della Final Eight è ricco di avversarie competitive – ma il mix di esperienza, talento e profondità della Segafredo è davvero intrigante. E l’eventuale bis dopo la Supercoppa sarebbe un “avviso ai naviganti”forte e chiaro in vista del rush finale per lo scudetto. La Coppa Italia è una tappa intermedia della maratona di 9 mesi verso l’obiettivo più ambito, ma ripetere a Torino il percorso netto del settembre 2023 a Brescia darebbe la misura della competitività delle Vu Nere in un 2023/24 che ha espresso valori molto compatti nella prima metà abbondante del percorso.
IL CAMMINO • Percorso netto in Italia nelle prime sette partite della stagione, tra la doppietta della Supercoppa e il terzo inaugurale del girone d’andata, regolando con autorità Scafati, Varese, Trento, Sassari e Napoli prima di inciampare alla sesta giornata a Cremona contro la zona della squadra di Cavina. Bologna è stata al comando per la prima metà dell’andata conquistando 14 punti nelle prime 8 giornate, poi complice il peso del doppio impegno tra campionato ed Eurolega che ha iniziato a lasciare il segno sotto il peso degli infortuni, ha accusato qualche passo falso legato più che altro alle fatiche da smaltire. Vedi la sconfitta del nono turno a Brindisi (è stato il primo hurrà stagionale per l’Happy Casa) e i due stop consecutivi nelle sfide al vertice con Milano e Venezia. Il pass per la Final Eight è stato comunque staccato in largo anticipo, il terzo posto finale nel tabellone di partenza è legato allo scivolone dell’ultimo turno a Reggio Emilia. Che curiosamente sarà l’avversaria delle Vu Nere nel turno inaugurale dell’edizione 2024.
LA STELLA • Toko Shengelia sta vivendo una sorta di seconda giovinezza nei meccanismi offensivi di una Segafredo plasmata da Luca Banchi attorno al suo poliedrico talento offensivo. Il 32enne lungo georgiano è il cardine della manovra bianconera grazie alla sua doppia dimensione interna e perimetrale: tanti possessi spalle a canestro per sfruttare la sua tecnica sopraffina, altrettanti fronte a canestro per capitalizzare la nobiltà delle sue mani quando può caricare in sospensione. Risultato? Punti ad alta percentuale, ma soprattutto una capacità di coinvolgere i compagni sotto forma di assist che sa esaltare i tanti fucilieri di un roster nel quale abbondano le mani calde. Dosato sapientemente il suo impiego senza sovraccaricarlo di responsabilità, l’ala ex CSKA Mosca è il giocatore che l’attacco bianconero cerca con frequenza per giocare i possessi decisivi delle partite.
L'UOMO CHIAVE • Daniel Hackett è l’uomo di fiducia di Luca Banchi: con il coach di Grosseto è esploso a Siena (premiato MVP di Coppa Italia, finale scudetto e Supercoppa, salve poi le revoche per motivi extra cestistici dei trofei della Mens Sana) e poi si è consacrato a Milano vincendo lo scudetto 2013/14. Dieci anni dopo quell’impresa, il tecnico toscano gli ha affidato le chiavi della sua Virtus, con risultati straordinari per impatto tecnico e soprattutto mentale. Il 36enne prodotto di University of Southern California è l’architrave difensiva e il leader silenzioso della squadra, che guida con assoluta autorità in regia. Se Shengelia e Belinelli sono i terminali principi, è il mancino nativo di Forlimpopoli la guida della squadra che sa dosare, nel massimo rispetto di tutti i compagni, responsabilità e ruoli dell’attacco.
IL PUNTO DI FORZA • La solidità granitica di una squadra capace di coniugare qualità offensiva (miglior attacco tra le 8 protagoniste della Final Eight) e solidità in retroguardia, con specialisti della fase difensiva come Dunston e Pajola oltre allo stesso Hackett. La Segafredo ha una doppia dimensione che le ha permesso di sopperire ad assenze pesanti nel corso della stagione senza accusare sbandamenti, mostrando sempre lo stesso volto a dispetto delle defezioni a rotazione. E questa unità di intenti si percepisce in particolare quando le partite si decidono, con tante vittorie in rimonta o in volata figlie di una compattezza granitica nel contesto di gerarchie molto ben delineate. Accettate però con massima dedizione e disponibilità da tutti i componenti dell’organico: le squadre vincenti funzionano così…
IL PUNTO INTERROGATIVO • Il meccanismo delle Vu Nere è oliato con grande efficacia nel garantire opportunità, spazi e responsabilità a tutti gli effettivi del roster. Ma come tutte le squadre che giocano di sistema, pur con tanti elementi di indiscutibile qualità in grado di “fare” la partita, se negli ingranaggi finiscono granelli di sabbia possono accadere serate storte. In realtà quelle verificatesi in campionato sono state principalmente figlie di contingenze – acciacchi dei big sommati al peso dei doppi turni di Eurolega – ma in alcune occasioni ci sono stati dei passaggi a vuoto, quando l’attacco non gira dal perimetro o quando la difesa, per carenza di benzina nel serbatoio, non riesce a graffiare con continuità. La Virtus ha dovuto cambiare pelle in corsa, aggiungendo un lungo di stazza come Zizic che deve ancora essere metabolizzato dal sistema; potenzialmente un’arma in più che bisogna ancora imparare a sfruttare al meglio.
IL COACH • Luca Banchi è subentrato in corsa a Sergio Scariolo grazie al traino dei fasti dei Mondiali di Manila con la Lettonia. E ha subito dato la sua impronta ad una Virtus che sta mostrando un piglio di valore assoluto per impatto tecnico e mentale nonostante la perdita di Milos Teodosic. La rifioritura dei veterani Hackett, Shengelia e Belinelli, la consacrazione di Cordinier e la funzionalità efficace di tutti gli elementi del roster all’interno di un collettivo che sfrutta al meglio le risorse di un organico capace di nascondere problemi di infortuni in tutti i ruoli sono meriti innegabili del tecnico di Grosseto, tornato in Italia alla guida di una big dopo un lungo pellegrinaggio in Europa legato anche agli impegni con la Lettonia. Già vincitore sul campo della Coppa Italia 2013 poi revocata alla sua Mens Sana per motivi giudiziari, proverà ad aggiungere un nuovo trofeo al palmarès personale.
IL PRECEDENTE • Lo stop del match di campionato del 7 gennaio a Reggio Emilia è stato uno dei pochi passi falsi per le Vu Nere. Che sono giunte al PalaBigi con il peso del doppio turno di Eurolega da smaltire, le novità Zizic e Lomazs ancora da inserire, e senza Marco Belinelli a dispetto di una prova balistica importante di Awudu Abass. Il campo ha riscontrato la superiorità dell’UNAHOTELS con un 72-66 figlio della determinante prova dell’ex di turno Kevin Hervey (24 più 12 rimbalzi). È stato il picco negativo stagionale del miglior attacco della Serie A, in una partita nella quale i soli 5 canestri da 2 (col 21% dentro l’area dei 6.75…) hanno impedito alle Vu Nere – per una volta non dominanti a rimbalzo, altra chiave dei successi della truppa di Banchi – di macinare il loro gioco. Impara l’arte e mettila da parte: Bologna sa bene cosa evitare nella rivincita di Torino...
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Superbasket # 65 (febbraio-marzo 2024) | Pagina 16-19