Virtus Segafredo Bologna
La Virtus non alza il trofeo dal lontano 2002 e Sergio Scariolo l'ha vinto in Spagna ma non nel suo paese d'origine. La classe di Teodosic e la necessità di avere impatto dai lunghi saranno le chiavi per provare a mettere in bacheca il secondo trofeo dopo la vittoria della Supercoppa
Un tabù da sfatare provando a ripetere il successo della Supercoppa del settembre 2022, in una manifestazione che negli ultimi anni ha riservato ben poche soddisfazioni. L'ultima Coppa Italia alzata dalla Virtus risale al lontanissimo 2002, con Ettore Messina ancora sulla panchina delle Vu Nere. Nell'era Zanetti invece il club bianconero non è mai andato oltre le semifinali, raggiunte nel 2019 e lo scorso anno a Pesaro, quando però uscì di scena contro Tortona mentre tutti pregustavano la rivincita della finale Scudetto 2021. La Virtus, così come l'Olimpia, parte per vincere la kermesse di Torino avendo sullo sfondo il secondo incrocio stagionale negli eventuali “elimination games”: le due teste di serie non potranno incontrarsi prima dell'eventuale finale, di sicuro – se i pronostici dovessero essere rispettati – sarà interessante il confronto a due terzi della stagione, dopo i precedenti test vinti dalla Segafredo a settembre e novembre, e il netto +22 dell'EA7 a Bologna del mese scorso. L’impegno iniziale con Venezia, che eliminò al primo turno i bianconeri nel 2020 e nel 2021, sarà già probante e stimolante per indirizzare l'esito dell'avventura al Pala Alpitour.
L'OBIETTIVO • Mettere in bacheca il secondo trofeo stagionale dopo la Supercoppa, vinta grazie all'upset in semifinale sui campioni d’Italia di Milano. La gestione del doppio impegno tra campionato ed Eurolega ha causato qualche passo falso in più del previsto in Italia, ma il roster profondo costruito dalla società (col recente rientro di Awudu Abass ad aumentare le carte da giocare per Sergio Scariolo in campionato) garantisce la possibilità di competere su entrambi i fronti. Ora la priorità sarà assegnata al rush finale per i playoff di Eurolega, obiettivo difficile ma non proibitivo per riuscire a confermarsi tra le 18 protagoniste della massima competizione internazionale, senza dover ricorrere alla diplomazia della Wild Card. Ma la settimana della Coppa Italia potrà contribuire a creare un'inerzia positiva verso l'ultimo decisivo terzo della stagione. E se poi arrivasse un trofeo che manca da tantissimo tempo alla collezione bianconera...
IL CAMMINO • Nove vittorie consecutive ad inizio stagione per mettere al sicuro in larghissimo anticipo il pass per Torino. La Virtus ha dominato i primi due mesi della stagione italiana, macinando gioco e solidità grazie alla profondità del suo organico, che ha nascosto l'assenza iniziale di Toko Shengelia (rientrato in corsa a novembre dopo l'infortunio di fine agosto con la Georgia). Poi il meccanismo si è inceppato, tra turnover e calo di efficacia del sistema difensivo, e sono arrivate 3 sconfitte nelle ultime 6 gare del girone d'andata: la più inattesa quella contro Scafati che ha chiuso la striscia vincente iniziale; la più pesante quella del big-match contro Milano (già battuta due volte in Supercoppa e in Eurolega) che ha spianato la strada all'Olimpia verso lo status da testa di serie numero 1; la più inevitabile – complici infortuni e fatiche di coppa – quella contro Tortona nella penultima di andata. Poi l'acuto in volata contro la Reyer Venezia per chiudere la fase ascendente.
LA STELLA • Milos Teodosic resta il simbolo della Virtus Bologna dell'era Zanetti; l'asso serbo va ovviamente dosato nei minutaggi per evitare il sovraccarico dei 35 anni al ritmo di due partite a settimana. Ma nel contesto di un gruppo che garantisce sostanza difensiva e vigore atletico, l'ex CSKA Mosca è il genio della lampada da sfregare quando coach Scariolo ha bisogno di classe. Teodosic sa accendere i compagni con le sue visioni immaginifiche e le sue triple decisive (ne sa qualcosa Venezia, battuta da una magia nei secondi finali dell'esterno del 1987). Attorno a Milos c'è un sistema solido, che lo protegge in difesa e sa esaltare le sue creazioni in attacco. È sempre e ancora lui il giocatore al quale la Segafredo si rivolge per la gestione dei finali: saprà accendere la luce per tre volte di fila, se la Virtus dovesse superare tutti gli ostacoli restando in gara fino a domenica?
L'UOMO CHIAVE • Isaia Cordinier è l'unico giocatore “invitto” nel roster delle Vu Nere per quanto riguarda il cammino del girone d'andata in campionato. 11 presenze a referto uguale 11 vittorie (a fronte del record di 1-3 quando ha dovuto fermarsi per problemi fisici). L'esplosivo esterno francese è l'elemento che può cambiare i destini di una partita sui due lati del campo: in attacco la Virtus aumenta decisamente il suo rendimento quando l'ala ex Nanterre trova ritmo dal perimetro. Ma è soprattutto in difesa il reparto dove il giocatore del 1996 può dare il cambio di marcia, mettendo il suo vigore atletico al servizio dei veterani del roster e facendo quadrare i conti degli assetti quando Sergio Scariolo gioca la carta del talento e dell'esperienza. E quando non c'è stato contro Milano il 2 gennaio, rispetto a Supercoppa ed Eurolega, il film della partita è stato totalmente diverso...
IL PUNTO DI FORZA • Qualità e quantità diffusa in tutti i reparti, per un roster che ha alternative e assetti per tutte le occasioni. Sergio Scariolo ha a disposizione un organico completo e profondo, pur col problema della “distribuzione” dei passaporti italiani quasi tutti concentrati sul perimetro, che lo costringe a scelte obbligate nel turnover degli stranieri. Ma freschezza ed atletismo a supporto dei big sono una chiave per garantire un assortimento efficace, e la squadra sembra aver trovato equilibri solidi nelle rotazioni di responsabilità e minutaggi tra coppa e campionato. Interessanti in tal senso le scelte del coach bresciano in una competizione come la Coppa Italia, dove la rotazione degli stranieri avrà valore relativo, anche per capire chi saranno i giocatori chiamati a giocarsi lo Scudetto in vista dei playoff, quando senza più il peso del doppio impegno si dovrà scegliere quelli da cavalcare per le serie decisive.
IL PUNTO INTERROGATIVO • A dispetto di una batteria di lunghi profonda e intercambiabile, la Virtus è penultima nella classifica dei rimbalzi della Serie A. E nel big-match con Milano il parco interno delle Vu Nere è stato demolito dall'impatto offensivo di Brandon Davies. L'esigenza tecnica del mercato ancora in fase di valutazione da parte del club si è concentrata proprio sui ruoli interni, sebbene per ora non siano spuntati profili interessanti. Ma la Segafredo ha bisogno di maggior impatto aereo dai suoi lunghi, specialmente alla luce del fatto che gli slot stranieri sono utilizzati quasi interamente sotto le plance. Contro squadre che hanno impatto interno, a partire dal quarto di finale contro Venezia, ci sarà un passo avanti dei big? E a fianco di Shengelia, chi sceglierà Scariolo come titolare “da Italia” sotto i tabelloni?
IL COACH • Sergio Scariolo ha dato una patente di internazionalità ad una Virtus Bologna che aveva scelto il pluricampione d'Europa con la Spagna (nel frattempo da coach delle Vu Nere ha aggiornato da 3 a 4 la sua personalissima collezione di ori continentali) proprio per il salto di qualità nelle coppe ECA. Nella lunghissima carriera del coach bresciano ci sono all'attivo due Copa Del Rey con Vitoria e Malaga, ma nessuna coccarda tricolore in Italia, dove non è mai andato oltre le semifinali. Occasione ghiotta per aiutare la Virtus a interrompere un digiuno lunghissimo? Le priorità della stagione bianconera sono ovviamente altre, ma aggiungere un altro trofeo alla Supercoppa sarebbe il miglior viatico possibile verso la fase decisiva della stagione. Si tratta pur sempre di un traguardo intermedio e parziale, ma alzare la coppa a Torino darebbe un segnale forte per invertire gli umori dell'ambiente dopo la sconfitta del 2 gennaio contro Milano.
IL PRECEDENTE • 15 gennaio 2023, 79-78 in volata, rimontando dal meno 9 del terzo quarto con il guizzo decisivo di Milos Teodosic a meno di 8” dalla sirena, per evitare la terza sconfitta in fila in campionato. Una partita che ovviamente dà speranze agli avversari, nella quale la Virtus ha brillato in testa e in coda (26 e 27 punti nel primo e quarto periodo) e stentato parecchio nei due quarti centrali. Ovviamente sarà una gara diversa anche sul piano del “lineup”, visto che la Segafredo per l'occasione aveva fatto scelte di turnover non necessariamente confermabili in occasione della Coppa Italia (e c'è il fattore Abass al rientro che potrebbe indurre Scariolo a modificare qualche gerarchia). Da un lato la Reyer considera attaccabile la Virtus, dall'altro però il ricordo delle sofferenze del mese scorso indurrà i bianconeri ad affrontare il primo ostacolo a Torino col massimo dell'attenzione e della concentrazione.
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Superbasket # 60 (febbraio-marzo 2023) | Pagina 12-15