Girone C - L'Italia vuole sfatare un tabù, azzurri sulla spinta del talento
L’Italbasket inaugura l’era Pozzecco riportando gli Europei sul suolo tricolore dopo 31 anni. Torna Datome, ma sarà ancora basket atipico senza lunghi di ruolo e con tante doti frontali del parco ali. Attenzione alla Grecia di Antetokounmpo e ad una Croazia in cerca di riscatto, importante il fattore campo al Forum di Assago.
L’Italbasket prova a sfatare il tabù Europei puntando sulla spinta del Forum di Assago. Esattamente 31 anni dopo l’edizione 1991 disputata a Roma – l’ultima con la Jugoslavia unita, con gli azzurri medaglia d’argento perdendo la finalissima contro la “Jugo” guidata dal compianto Dušan Ivković – la massima rassegna continentale torna ad essere disputata sul suolo tricolore.
Anche se rispetto ad allora è cambiata la formula – non più finalissima a 8 squadre con l’assegnazione del titolo, ma girone eliminatorio che promuoverà le prime 4 ai playoff di Berlino – è comunque un evento di assoluto richiamo per il movimento italiano. Non dimenticando che, per colpa del Covid, è mancata la ricorrenza per la quale la FIP aveva presentato la sua candidatura come paese co-organizzatore. Ossia il centenario dalla nascita della Federbasket che è stato celebrato nel 2021: gli Europei al Forum dovevano essere il clou della festa, ma lo slittamento di 12 mesi dell’evento per la pandemia che ha bloccato tutta l’attività sportiva mondiale nel 2020 – in seguito al posticipo nel 2021 dei Giochi Olimpici di Tokyo – ha spostato il calendario al 2022. La sostanza però non cambia: EuroBasket in Italia sarà una grande festa e una grande occasione per la promozione del nostro sport nella sua “capitale morale” (e visto lo Scudetto 2022 conquistato dall’Olimpia, anche cestistica).
GLI AZZURRI E IL TABÙ – Gli Europei hanno regalato soddisfazioni indimenticabili al basket azzurro, basti ricordare i trionfi di Nantes 1983 e Parigi 1999. Ma l’Italia manca sul podio dall’edizione 2003, quel memorabile bronzo di Stoccolma che regalò alla Nazionale di Recalcati il pass per le Olimpiadi di Atene, mettendo le basi per lo storico argento del 2004. Da allora solo delusioni, col picco negativo dell’assenza nel 2009 e lo scoglio dei quarti di finale non superato nel 2013, 2015 e 2017.
A guidare l’avventura azzurra, in partenza da Assago col ciclo delle gare dal 2 all’8 settembre, ci sarà proprio uno dei 12 protagonisti di quella finale olimpica persa contro l’Argentina di Luis Scola: quel Gianmarco Pozzecco che Gianni Petrucci ha fortemente voluto come c.t., “scaricando” Meo Sacchetti con tempistiche anticipate rispetto a quello che molti consideravano comunque come il possibile passo finale in azzurro del coach del ritorno alle Olimpiadi dopo 17 anni. E a fianco del Poz ci sarà proprio Recalcati nei panni del “senior-assistant”: una coppia che ha fatto furore a Varese e ora proverà a guidare un’Italia sicuramente ricca di talento ma povera di chili e centimetri.
IL CANTO DEL GALLO E L’ATTESA PER BANCHERO – In occasione di EuroBasket 2022 gli azzurri recuperano Gigi Datome, che tornerà a vestire la maglia azzurra dopo l’assenza per motivi fisici di 12 mesi fa, ma non Daniel Hackett e Marco Belinelli, che hanno passato la mano lasciando il posto alla “nouvelle vague” protagonista assoluta nel 2021 tra Preolimpico ed Olimpiadi. La stella dell’Italbasket sarà ancora Danilo Gallinari, particolarmente motivato a far bene davanti al pubblico del Forum nella sua Milano, che lo considera uno di casa sin dal suo lancio da protagonista assoluto nella stagione 2007/08. Il “Gallo” avrà le stimmate del leader designato di una squadra dove lo scorso anno entrò in corsa e in punta di piedi; la sua duttilità potrebbe consentire al Poz di sopperire ad eventuali carenze nel reparto lunghi, dove comunque all’Italia manca un “big-man” d’area di altissimo livello internazionale. In fondo anche a Boston, la nuova tappa della sua carriera NBA, dovrà adattarsi spesso a giocare più vicino che lontano dal canestro...
L’aggiunta prossima ventura di Paolo Banchero, prima scelta assoluta del draft NBA 2022, sopperirà al problema della carenza di muscoli, senza modificarne i termini legati all’assenza di un pivot dominante a livello fisico. Gli Orlando Magic hanno precettato il prodotto di Duke University così come 12 mesi fa l’ateneo del North Carolina aveva fatto col giocatore del 2002. L’oriundo di ascendenze liguri dovrebbe debuttare con l’Italbasket ai Mondiali 2023 (che andranno raggiunti, ma gli azzurri hanno apparecchiato la tavola grazie al raid in Olanda...): al Forum lo spot del passaportato lo ricoprirà John Petrucelli, il jolly difensivo portato in Italia da Brescia.
TALENTO, FRESCHEZZA, GIOVENTU’ – L’asse portante della squadra sarà però costituito da quei giocatori che inaugurarono nel decennio scorso un ciclo positivo con l’Under 20 (argento nel 2011 e oro nel 2013), impiegando però qualche tempo per scalare le gerarchie azzurre. Tuttavia oggi Stefano Tonut, Simone Fontecchio, Achille Polonara e Nik Melli sono fuori d’ogni dubbio i cardini della squadra: per la guardia triestina l’entusiasmo del Forum sarà un ghiotto antipasto di quel che riceverà nella sua nuova avventura a Milano. Il pescarese esploso tra Berlino e Vitoria si è guadagnato lo status da star a Tokyo 2020, dove è stato di gran lunga l’MVP azzurro: grazie ai fasti in Giappone, gli occhi della NBA si sono puntati su di lui, fino al contratto con gli Utah Jazz che porteranno tra i professionisti americani il secondo italiano nato negli anni ’90 (contando quelli che sono cresciuti nei vivai nostrani...).
Il primo era stato Nicolò Melli, tornato dopo due anni a Milano per rivivere il clima e le emozioni del ruolo da protagonista: nel 2021 Nik è stato il capitano perfetto per la sua capacità di fare squadra e fare gruppo con l’esempio quotidiano in palestra. Con l’Italbasket non avrà a fianco un compagno come Kyle Hines, spesso e volentieri sarà da solo a combattere sotto i tabelloni con i “mastodonti” avversari. Magari non ad Assago ma se l’Italia farà strada toccherà al neoscudettato con l’Olimpia far quadrare i conti sotto le plance. E poi c’è Polonara, lanciato da Pozzecco come titolare a Sassari nel 2019 e a sua volta proiettato verso una dimensione internazionale di altissimo livello, col salto progressivo fino all’accordo recente con l’Efes Istanbul bicampione in carica dell’Eurolega.
LA REGIA A TRE TESTE – Grande curiosità per le scelte del Poz nel ruolo chiave in cabina di regia. Il 2021 è stato l’anno della scoperta-esplosione di Nico Mannion, l’eroe di Belgrado che poi ha pagato dazio nel dopo-Tokyo con quella salmonellosi in grado di condizionarlo pesantemente nei primi mesi della stagione alla Virtus Bologna. Il “Red Mamba” ha saltato il primo appuntamento estivo staccando la spina dopo la finale Scudetto, interessante verificare quale sarà il suo impatto sul telaio azzurro rispetto a 12 mesi fa. Il basket del Poz sembra più ragionato rispetto a quello istintivo di Sacchetti: un giocatore abituato ad avere palla in mano ed attaccare molto come l’ex Arizona, saprà calarsi nella parte?
Di sicuro il c.t. azzurro nutre grande fiducia in Marco Spissu, altro elemento lanciato a Sassari dal tecnico del 1972 che in Olanda ha avuto le chiavi in mano del gioco offensivo. 12 mesi fa a Tokyo il play mancino di ritorno in Italia a Venezia era condizionato da qualche fastidio fisico che gli impedì di avere grande impatto, ora potrebbe essere lui l’innesco per la nostra batteria di ali. E poi c’è Alessandro Pajola, forse l’antitesi del Poz in regia, che però per garra, doti difensive e visione di gioco rappresenta un efficacissimo alter-ego ai due compagni più votati all’attacco. Quello del playmaker sarà un ruolo a tre teste, il ciclo delle amichevoli di preparazione dovrà dare una gerarchia al cervello della squadra.
NO MUSCOLI? TANTO TIRO – L’Italia del Poz sfrutterà molto il gioco spalle a canestro anche senza pivot (specialmente con Fontecchio e Gallinari che possono andare in post basso), ma dovrà far fronte con la sua atipicità e le sue doti balistiche all’assenza di un vero “Big-Man”. Se gli azzurri faranno strada, come contenere i Gobert (vedi i quarti di Tokyo 2020...), o gli Jokić, o i Valanciunas? In difesa toccherà a Melli il sacrificio primario, non disdegnando missioni speciali per Biligha o Tessitori. In attacco però saranno i lunghi avversari a correre dietro ai nostri piè veloci con le mani buone: compito dello staff tecnico saper trasformare lo svantaggio fisico in un vantaggio sul campo di gioco.
I test inaugurali saranno dunque quelli del Forum di Assago: l’obiettivo minimo sono gli ottavi di finale, magari cercando di vincere il girone per guadagnarsi un tabellone favorevole. Ma va ricordato che gli Europei, per il livellamento verso l’alto dopo la frammentazione di URSS e Jugoslavia e la diffusione dei naturalizzati, sono probabilmente la competizione più difficile di tutte, anche più di Olimpiadi e Mondiali. Dunque, occhio alle “bucce di banana” ad Assago...
LE AVVERSARIE AL FORUM – Il primo test di alto livello sul cammino degli azzurri sarà quello contro la Grecia di Giannis Antetokounmpo. “The Greek Freak”, campione NBA 2021 con i Milwaukee Bucks, sarà una delle grandi attrazioni degli Europei rinforzando gli ellenici, guidati da un coach di altissimo livello come Dimitris Itoudis, col suo mix inimitabile di atletismo e talento offensivo. Ma la Grecia è tanto altro, dalla guida sicura di un pilota di valore assoluto come Kostas Sloukas ai 220 centimetri del colosso Papagiannis (che bell’esame per gli atipici azzurri!), passando per il naturalizzato Tyler Dorsey che darà prospettive balistiche importanti al gruppo. La Grecia è potenzialmente una outsider per la zona-medaglie, sulla carta si giocherà il primo posto con l’Italia.
Potenzialmente temibile è anche la Croazia di Damir Mulaomerović, reduce però da due brutte sconfitte al completo sulla strada verso i Mondiali 2023. Il fuciliere Bodganović ha alle spalle una lunga carriera NBA, sotto canestro Žižić e Zubac hanno centimetri e qualità, e ad aumentare il talento offensivo ci sono le doti di Mario Hezonja oltre al recentissimo innesto di Jaleen Smith, il playmaker americano dell’Alba Berlino naturalizzato per le difficoltà recenti del reparto esterni (nel gruppo delle ultime due sconfitte c’era anche il neocanturino Roko Rogić).
Poi sarà bagarre, almeno sulla carta, per il quarto posto: l’Ucraina “apolide” di Ainars Bagatskis, ospite a Roseto per la preparazione, si affida al 35enne veterano naturalizzato Jerome Randle in regia (c’era già nel 2013 quando con Mike Fratello in panchina batté gli azzurri...) e ai 218 centimetri del massiccio Pustovyi per imporre una fisicità diffusa (attenzione anche alla duttile ala Bobrov, nella stagione passata in Pro A francese a Nanterre). La sconfitta in volata contro la Spagna e la vittoria contro la Georgia a luglio indicano che l’Ucraina – tra l’altro in campo il 24 agosto contro l’Italia nelle qualificazioni ai Mondiali – è molto più compatta di quanto si pensi.
L’Estonia dell’“italiano” Kaspar Treier e della vecchia conoscenza varesina Siim Sander Vene, già sul cammino azzurro nelle qualificazioni ad EuroBasket 2022 che l’Italia ha giocato fuori classifica, sembra ad oggi l’ostacolo più abbordabile del girone del Forum, e sarà comunque interessante misurarla all’esordio nella gara del 2 settembre.
Probabilmente anche più della Gran Bretagna, che sotto canestro sa farsi sentire con l’esperienza di Olaseni e l’energia della meteora canturina Bigby-Williams; la selezione di coach Nathan Reinking ha inoltre qualche elemento di caratura internazionale, come la guardia Van Oostrum e l’ala Hesson.
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Giganti # 10 (agosto 2022) | Pagina 90