Milano si ricuce il tricolore sul petto e il Poz si veste d’azzurro
L’Olimpia conquista il 29° scudetto, prendendosi la rivincita sulla Virtus Bologna. La Serie A riabbraccia Verona e Scafati, mentre il Poz siederà sulla panchina dell’Italbasket
E sono 29! Uno scudetto, ancora, e l’Olimpia-AX Exchange Milano potrà aggiungere la terza stella sulla maglia. Cosa mitica, storica. Nel vincere la finale contro la Virtus Bologna, l’Olimpia è stata premiata per un anno intero di lavoro: mercato, contratti, squalifiche, infortuni, quarantena, altro. Alla fine, Milano ha vinto perché sapeva giocare ad alto livello più delle altre squadre. In questo, le partite di Eurolega le sono servite. Una cosa è saper difendere alla morte per 10 minuti, ma anche per 20 minuti. Farlo per 30’ diventa impossibile per tante squadre, quasi tutte. Non parliamo di sputare l’anima in difesa per 40’. Bene, l’Olimpia è questa: non ti lasciano tempo, spazio o respiro.
La stessa lezione vale per l’attacco. Vedo le altre squadre giocare contro Milano. In attacco, le altre fanno bene per il primo quarto: blocchi fatti bene, tagli fatti bene, ricezioni fatte bene, tiri eseguiti bene. Ma è un lavoro durissimo, pieno di sforzo e contatti. Dopo un quarto, l’altra squadra è stancata dal lavoro. Non giocano più bene in attacco. Si sfaldano. Arrivano a pessimi tiri, infrazioni di 24”, passaggi ‘telefonati’. Dopo venti minuti, le altre squadre non hanno più un gioco ‘organizzato’. Milano, invece, attacca con disciplina per tutti i 40 minuti, con pochissime pause. Poi, mentre la difesa si stanca, Milano cresce in attacco: grande movimento della palla e degli uomini.
Poi, l’Olimpia è un quiz per le altre squadre! Cioè, chi sarà il giocatore ‘match winner’ oggi? Sarà Gigi Datome? Nicolò Melli? Sergio Rodriguez? Kyle Hines? Shavon Shields? Ben Bentil? Devon Hall? Sia chiaro, questo rebus non è solo per la partita intera. L’Olimpia può avere un MVP in ogni quarto di gioco! In tutto ciò, grande merito è di coach Ettore Messina. A parte tutto quanto citato sopra, è riuscito a tenere la squadra carica per 90 partite, a superare la delusione in Eurolega. La sua Olimpia ha giocato con grande intensità e un grandissimo senso di urgenza. Macinavano gioco ogni partita, ogni minuto, senza tante pause. Come dicono, il lavoro paga.
Capitolo Virtus. Certo la delusione è forte. Hanno perso la finale in Gara-1, non entrati in partita o finalissima dopo una lunghissima pausa fra semifinale e finale. Gli è costato la possibilità di vincere tutto quest’anno. Comunque, hanno ottenuto un super risultato: l’EuroCup, che garantisce l’Eurolega l’anno prossimo! Importantissimo. E il tutto non è stato facile, con infortuni, malattie e altro. Hanno perso una finale? Che sappiano loro che sono detentore del record per finali-scudetto perse: cinque! Mi hanno nominato “Il John Wooden dei secondi posti”. Che fare? Guardare avanti. L’anno prossimo è già qui. Mercato. Scelte. Squadra. Cucire il tessuto strappato come un umile sarto e pensare solo a domani.
Capitolo Serie A. C’è del lavoro da fare. La Serie A-1, oggi, al livello europeo è Milano e Bologna. Come quando io sono arrivato a Bologna nel 1973-74. C’erano Varese, Olimpia e Cantù. Dopo, un vuoto. Poi le altre squadre, senza pensare agli ostacoli, hanno cominciato a lavorare con dedizione e umiltà per accorciare le distanze. Da quel momento sono emerse nuove grandi realtà: Virtus Bologna, Stella Azzurra Roma, Juve Caserta, Libertas Livorno, Benetton Treviso, Scavolini Pesaro, Fortitudo Bologna. Il risultato? Un campionato durissimo, fortissimo, di grande equilibrio. Come l’hanno fatto? Lavoro sui propri giocatori, scelte, buon senso, mentalità. Così, la Serie A-1 è diventata il campionato più forte d’Europa.
Notizia bomba! Anzi, due! La prima, Romeo Sacchetti non è più l’allenatore della Nazionale Italiana di Basket! La seconda, Gianmarco Pozzecco sarà il nuovo CT della Nazionale. A dir poco, entrambe le scelte di Gianni Petrucci, Presidente della FIP, sono state discusse. Logico: Meo Sacchetti, contro ogni logica e ogni pronostico, ha portato l’Italia all’Olimpiade di Tokyo l’anno scorso. La partita decisiva, contro la Serbia, a Belgrado, è stata non solo una vittoria importante, ma anche una vittoria schiacciante, una delle più belle partite della Squadra Azzurra di ogni tempo. Ovvio, era incrinato il rapporto Petrucci-Sacchetti prima di Tokyo, anche prima di Belgrado.
Penso che la goccia che ha fatto traboccare il vaso sia stata più recente: le convocazioni per gli Europei di quest’anno, con Milano, proprio al Forum di Assago, come una delle sedi. Se la mia esperienza funziona, Sacchetti non voleva gli ex-NBA, i ‘senatori’ e chiunque avesse rifiutato di fare la fase a Belgrado. Voleva dire dentro Nicolò Melli, pilastro a Belgrado, ma fuori Gigi Datome e Marco Belinelli, che avevano rinunciato. Fuori anche Danilo Gallinari, che non ha fatto Belgrado. Non sono certo che Sacchetti fosse contento di dover lasciare fuori uno degli eroi di Belgrado, Awudu Abass, per fare spazio a Gallinari a Tokyo. Petrucci, da parte sua, voleva tutti e tre per avere la squadra più forte possibile per questo impegno.
Posso dire la mia. Come dirigente, capisco Petrucci, che vede le cose come un panorama, che vuole fare il migliore risultato possibile, che vuole avere la più forte squadra possibile, che vuole avere anche nomi importanti in squadra per immagine, credibilità, esposizione. Dall’altra parte, come allenatore, capisco Sacchetti, che dice (invento io le sue parole): “Voglio essere leale a chi è stato leale con me. Poi, i tre senatori non sono più bambini, forse non sono in grado di fare tante partite in così poco tempo. I miei ragazzi hanno fatto tutto senza di loro. Bisogna essere grati e riconoscenti”. Insomma, il classico dilemma. Chi ha ragione? Come detto, impossibile dire e impossibile sapere.
Capitolo Pozzecco. Altra storia. So che Valerio Bianchini ha usato un lanciafiamme per criticare questa scelta, dicendo che Pozzecco non ha esperienza internazionale (ha vinto una coppa europea con Sassari), non ha esperienza ad alto livello (ha fatto 3-0 contro Simone Pianigiani; ha messo fuori l’Olimpia con un secco 3-0; ha fatto una finale-scudetto; ha vinto 22 partite in fila). Ma capisco Bianchini, abituato a veterani giganti in questo ruolo: Giancarlo Primo, Sandro Gamba, Bianchini stesso, Bogdan Tanjevic. Dice Valerio che un CT deve spiegare il basket ai coach giovani e che Poz non ha questo nel suo bagaglio tecnico. Sarà anche vero, ma Poz avrà Carlo Recalcati con lui. Chi meglio di Charlie?
Capitolo Petrucci. Il suo record di scelte come coach della Nazionale è impressionante: Ettore Messina nel 1993, a soli 33 anni, poi argento olimpico nel 1997; Bogdan Tanjevic nel 1997, con l’oro europeo nel 1999; Carlo Recalcati nel 2000, con l’argento olimpico nel 2004; perfino Sacchetti stesso nel 2017, con l’Olimpiade del 2021. Qualcuno dirà che non è andato benissimo con Simone Pianigiani. Risultati? No. Ma, secondo me, Pianigiani ha fatto un buon lavoro. Come oggi Roberto Mancini nel calcio, ha lanciato giocatori senza esperienza come titolari in Nazionale. Quindi, vediamo come vanno le cose con Poz, che va spalleggiato con fiducia al 100%.
Promozione dall’A-2 all’A-1 della Scaligera Verona. Complimenti al Presidente Gianluigi Pedrollo! Ma super complimenti ad Alessandro Frosini (parlando di eroi della Nazionale!), le cui scelte sono state premiate con questo risultato. Poi, applauso al coach, Alessandro Ramagli, Mr. Promozione. Ovunque vada lui, i risultati vengono, con ben quattro promozioni dall’A-2 all’A-1: Angelico Biella nel 2000-01; Scavolini Pesaro nel 2006-07; Virtus Bologna nel 2016-17; e con la Scaligera Verona quest’anno. Ovvio, la vita in A-1 non sarà facile. Ma questo è un club organizzato e attrezzato per fare bene. Poi, ci sarà un altro Derby Veneto con la Reyer Venezia e con Treviso. Ammetto: sono amante dei Derby!
Promozione dall’A-2 all’A-1 della Givova Scafati. Dopo 14 anni, la piccola Scafati ritorna in A-1. O, come dice Arrigo Sacchi, “Il trionfo delle idee contro i soldi”. Parlando di pilastri, c’è sempre lo storico proprietario, Aniello Longobardi, che ha visto e vissuto tanto e tutto. Applausi anche al GM, Gino Guastaferro, e al coach, Alessandro Rossi, nome emergente. Ovvio, mi dispiace per le retrocessioni di Cremona e della Fortitudo Bologna. Sono sincero: tifavo per la MIA storica rivale, la Pallacanestro Cantù, nella serie per la promozione. Sono un nostalgico: vedere l’A-1 senza Cantù e Fortitudo è un delitto per la mia memoria storica. Ma il campo è il campo. E la Givova Scafati ne è la prova e ha meritato questa promozione.
© Riproduzione Riservata
Superbasket # 57 (giugno-luglio 2022) | Pagina 4-5