Anno 2004 - Da Mosca ad Atene: un argento leggendario
Il punto più alto toccato dal nostro movimento da quasi trentacinque anni a questa parte. Allo stesso tempo, però, il 2004 segna l'inizio di un lento e quasi inesorabile declino. Il padrone incontrastato di un'annata storica è Carlo Recalcati, allenatore dell'anno per Superbasket. Dopo il bronzo agli Europei di Svezia, Charlie riesce nell'impresa di riportare sul podio l'Italia alle Olimpiadi con un argento che ha fatto innamorare tutta una nazione e ha dato una grandissima visibilità mediatica alla pallacanestro. Un successo che fa seguito a un altro trionfo, quello con Siena, il primo della storia per la Montepaschi, il terzo nella sua carriera da allenatore con tre squadre diverse, eguagliando il primato storico di Valerio Bianchini. Senza dimenticare, ovviamente, i due vinti da giocatore con Cantù che vanno aggiunti alle tre Coppe Korac e Coppe delle Coppe e l'Intercontinentale del 1975.
Ma andiamo con ordine. I primi segnali di una Nazionale bella e vincente arrivano il 3 agosto 2004 quando, a Colonia, gli azzurri sfidano i maestri statunitensi di Larry Brown in un'amichevole di lusso nel cammino verso Atene. Nella calda estate italiana arriva un lampo imperioso con Basile, Pozzecco, finalmente convocato dopo le esclusioni precedenti e per lui dolorose, Galanda, Bulleri e tutti gli altri alfieri azzurri che firmano uno storico 95-78 in loro favore. L'alba, appunto, di un grande risultato.
La spedizione ovviamente è capitanata da Fausto Maifredi, numero uno della Fip e personaggio dell'anno per Superbasket. Al timone della Federazione in tre mandati diversi fino al 2008, Maifredi tocca l'apice della sua reggenza proprio in quel 2004. Al suo fianco, però, impossibile non citare anche Massimo Faraoni: il dirigente livornese, artefice del miracolo Don Bosco, è stato a tutti gli effetti il braccio destro del numero uno della Fip, costituendo una figura importante e un punto d'appoggio autorevole e influente.
Ma torniamo ad Atene, dove l'Italia non parte affatto nel modo migliore: dopo la vittoria sofferta con la Nuova Zelanda, infatti, arrivano due sconfitte contro la Jugoslavia (unico successo in tutta la manifestazione per Bodiroga e compagni) e la Spagna. Ma la reazione, come accaduto anche in Svezia, è fragorosa. I successi contro la Cina e l'Argentina (in maniera rocambolesca con Delfino a sbagliare l'appoggio decisivo) consegnano agli azzurri un più che importante secondo posto nel girone e un quarto di finale ampiamente alla portata contro Porto Rico. L'impresa maggiore, però, arriva in semifinale contro la fortissima Lituania. L'impatto è terribile: i baltici, spinti da un Macijauskas inarrestabile, volano sino alla doppia cifra di vantaggio prima di vedersi ribaltare l'inerzia dalla variabile impazzita, ossia Gianmarco Pozzecco. La “Mosca Atomica” spacca letteralmente in due il match con la velocità, l'intensità e la sua spregiudicatezza. Il resto, dopo una lunga battaglia, lo fanno un immenso Basile (trentello e alcune triple da Oscar) e Galanda: finisce 102-94 e l'Italia, per la seconda volta nella storia, può giocarsi l'oro Olimpico.
Ad attendere gli azzurri c'è l'Argentina della “Generacion Dorada”: Scola, Nocioni, Oberto, Pepe Sanchez, Delfino e, soprattutto, Manu Ginobili. La differenza di talento e anche un po' di stanchezza non lasciano scampo all'Italia in un match nervoso e sempre fuori dal controllo degli azzurri. Rimane la dimensione di un'impresa storica perché compiuta da un gruppo fantastico, capace di sacrificarsi e sopperire sempre quando è stato in debito di talento e di qualità rispetto agli avversari con un Basile all'apice della sua carriera: la guardia pugliese, infatti, giocatore dell'anno per Superbasket, chiude quell'edizione dei Giochi con quasi 15 punti di media e il decimo posto tra i marcatori. La perla di una carriera conclusasi solo due anni fa, costellata di successi, in Italia con la Fortitudo Bologna (due Scudetti) come in Spagna con il Barcellona (due titoli oltre a tre Copa del Rey e due Supercoppe), formazione con la quale la guardia pugliese ha alzato anche l'Eurolega nel 2010.
Ma nel 2004 Basile, pur da MVP, vede sfumare ancora un titolo all'ultimo atto. La sua Fortitudo, infatti, cade senza appello per 3-0 contro Siena, lasciando alla Montepaschi il primo titolo della storia. Un percorso netto e perfetto quello degli uomini di Recalcati che liquidano, prima della Effe, Varese e la Pesaro dell'ex Alphonso Ford. In quella stagione storica, Siena partecipa di nuovo alle Final Four di Eurolega. Ancora una volta, in semifinale, è derby, stavolta però contro la stessa Fortitudo che avrebbe sconfitto, poi, in campionato; l'epilogo è amaro per i senesi con la Effe che trionfò 103-102 dopo una battaglia durata 45 minuti. Alla fine, però, a trionfare è il Maccabi Tel Aviv padrone di casa che, con una prestazione irreale, affossa Bologna 118-74. Un'altra sconfitta in finale, insomma, come quella patita da Treviso 365 giorni prima. La stessa Treviso che in questo 2004 manca l'accesso alla Final Four solo per gli scontri diretti proprio con Siena, ma che, nel corso dell'anno, si toglie lo sfizio di conquistare l'ennesima Coppa Italia. A Forlì gli uomini di Messina, spinti dal loro nucleo storico arricchito di un fenomeno atletico come Maurice Evans, infliggono un'altra sconfitta in finale a Pesaro. Per Riccardo Pittis è quello l'ultimo trofeo della sua lunghissima e gloriosissima carriera: al termine di quella stagione, infatti, il capitano della Benetton decide di appendere le scarpette al chiodo e di lasciare il basket giocato.
Ma il 2004 non finisce qui. Tra l'impresa sfiorata da Varese nei quarti di Uleb Cup contro il Real Madrid e il ritorno in Serie A di Reggio Emilia, va ricordato l'ultimo, grande, ballo della Comense che, con Macchi e Masciadri, conquista Scudetto e Supercoppa, e il tonfo della nuova FuturVirtus Bologna di Sabatini che, in A2, cade 3-0 in finale promozione contro la Sicc Jesi di Rossini, Rocca e Singleton.
Nonostante i successi, però, non si può essere del tutto ottimisti per il futuro. Se qualche segnale è già stato lanciato, quell'anno ne arrivano altri due molto preoccupanti: da un lato il fallimento di una piazza storica come Trieste, dall'altro il monito di Recalcati che grida, proprio dopo le Olimpiadi, come l'Italia non stia producendo più prospetti. Una profezia che, a posteriori, sarebbe caduta nel vuoto per molto e che avrebbe trascinato i nostri club e la Nazionale in un periodo davvero molto difficile.
- Personaggio dell'anno
Massimo Faraoni
Fausto Maifredi
- Allenatore dell'anno
Carlo Recalcati
- Atleta dell'anno
Gianluca Basile
- Nazionale Italiana maschile
Olimpiadi, medaglia d'argento
- Scudetto maschile
Montepaschi Siena
- Coppa Italia maschile
Benetton Treviso
- Supercoppa maschile
Montepaschi Siena
- Eurolega
Maccabi Tel Aviv
- ULEB Cup
Hapoel Gerusalemme
- FIBA Europa League
Unics Kazan
- FIBA EuroCup Challenge
Mitteldeutscher BC
- Promosse in Serie A1 maschile
Bipop Carire Reggio Emilia e Sicc Jesi
- Promosse in Serie A2 maschile
Premiata Calzature Montegranaro,
Univer Vernici Castelletto Ticino
e Tris Rieti
- Nazionale Italiana femminile
Non ha partecipato a manifestazioni
- Scudetto femminile
Pool Comense Como
- Coppa Italia femminile
Famila Schio
- Supercoppa femminile
Pool Comense Como
- Coppa Campioni femminile
US Valenciennes Olympic
- EuroCup
San Pietroburgo
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Superbasket # 42 (dicembre 2018-gennaio 2019) | Pagina 68-69