Anno 1984 - È doppia Virtus: stella a Bologna, Roma caput mundi

Anno 1984 - È doppia Virtus: stella a Bologna, Roma caput mundi

Nel segno delle Virtus: Bologna e Roma si godono i trionfi, italiani e continentali. Per i capitolini avaro di soddisfazioni il campionato, non riescono nemmeno a difendere nei playoff lo scudetto che portano sul petto, unico caso nella storia della postseason. C’è però l’immensa gioia della vittoria della Coppa dei Campioni. Colpisce ancora Valerio Bianchini: il Vate completa il capolavoro dell’anno precedente battendo, in rimonta, a Ginevra il Barcellona di San Epifanio. Il tandem Wright-Kea (quest’ultimo presente solo come straniero di Coppa) e lo straordinario nucleo italiano guidato da Polesello, Solfrini e Gilardi sono i pilastri del successo romano. Proprio il capitano dei capitolini, giocatore dell'anno per Superbasket, completa un quadriennio da leggenda, sia a livello di club, con scudetto e Coppa dei Campioni, che con la Nazionale, conquistando l'argento olimpico a Mosca e l'oro europeo a Nantes. Trionfo di Ginevra che è un meritato premio anche per il presidente Eliseo Timò, vero artefice dell’esplosione del Bancoroma.

Da un patriarca all’altro. In Italia è la Granarolo Bologna di Gianluigi Porelli a conquistare il titolo nazionale. L'avvocato vince, da massimo dirigente bianconero, 4 scudetti e 3 coppe Italia. Porelli, personaggio dell'anno per Superbasket, è uno dei primi grandi manager che inaugurano la stagione della straordinaria crescita del basket, italiano ed europeo. È stato tra i fondatori sia della Legabasket (1970) che della nascente Eurolega (1991). Sua l’intuizione di portare Dan Peterson sulla panchina virtussina nel 1973, oltre ad altri grandi condottieri quali Driscoll, Cosic, Messina, Richardson e Alberto Bucci. Ed è proprio il coach emiliano, allenatore dell'anno per Superbasket, a portare al successo i bolognesi nell’ultimo atto del campionato.

Reduce dalla splendida esperienza con Fabriano, portata in A1, Bucci sarà profeta in patria vincendo con le V Nere, 3 scudetti, 2 Coppe Italia ed una Supercoppa Italiana. Oltre alle splendide Coppe Italia con Verona prima e Pesaro poi, e il capolavoro sfiorato con la Libertas Livorno nella celebre finale con Milano del 1989. Tornando al 1984 in campo il quintetto a disposizione di coach Bucci è una solida combinazione tra il nucleo azzurro, guidato da Villalta, Bonamico e Brunamonti, ed i due stranieri, il centro Rolle e il metronomo Van Breda Kolff.

In finale Bologna gela la Simac Milano dopo tre autentiche battaglie, contrassegnate da polemiche (espulso Meneghin in gara 2 e squalificato per tre turni) e sfide ricche di colpi di scena. L’ultima, al “Palazzone” di San Siro, consegna l'agognata stella alle V Nere.

Milano non sorride nemmeno in Europa, beffata in finale dal Real Madrid. Senza il fenomeno Antoine Carr (arrivato a sostituire il “fuggiasco” Cureton ma non tesserabile per le Coppe) l’Olimpia (che batte in semifinale Pesaro) viene sconfitta con due liberi dell’ex veneziano Jackson quasi sulla sirena.

La stagione si conclude con la vittoria della Granarolo che si gode la doppietta intascando la Coppa Italia, manifestazione al suo ritorno dopo 10 anni dall’ultima edizione: i felsinei piegano in finale l’indomita Indesit Caserta trascinata da Oscar Schmidt. Per i campani, matricola terribile guidata da Tanjevic, i primi vagiti di una grande storia che porterà al trionfo del 1991. Oltre al ritorno della Coppa Italia altre due grandi cambiamenti vedono la luce nella stagione 1983/84: viene varata l’introduzione del tiro da tre punti a partire dal campionato successivo e si sperimentano i canestri sganciabili nella sfida a Masnago tra Star Varese e Granarolo Bologna.

Nel basket in rosa continua il dominio di Vicenza: la Zolu, guidata da Roberto Galli, intasca il terzo scudetto consecutivo battendo, in una combattutissima finale chiusa solo in gara 3, la GBC Milano. Le veterane Gorlin, Sandon e Passaro, oltre a Bev Smith e le giovanissime ma già protagoniste Pollini e Fullin non riescono però a difendere il titolo europeo conquistato nel 1983: a Budapest le vicentine vengono battute dalle bulgare dal Levski Sofia. Sorride invece la Bata Roma: le capitoline stendono le padrone di casa dell’SE Budapest nella finale disputata nella capitale ungherese.

Pochi sorrisi per la Nazionale di Gamba che non riesce a ripetersi, dopo il magico trionfo di Nantes, nelle Olimpiadi di Los Angeles, vinte dai padroni di casa grazie al talento di universitari trascinati da Michael Jordan, Pat Ewing e Chris Mullin. All’evento californiano, però, mancano i russi, causa celebre boicottaggio di “ripicca” dopo il forfait statunitense dell’edizione di Mosca ‘80. Gli azzurri falliscono l’accesso alla zona medaglie dopo la bruciante sconfitta contro il Canada nei quarti di finale.

 

  • Personaggio dell'anno

    Gianluigi Porelli

  • Allenatore dell'anno

    Alberto Bucci

  • Atleta dell'anno

    Enrico Gilardi

 

  • Nazionale Italiana maschile

    Olimpiadi, 5° posto

  • Scudetto maschile

    Granarolo Felsinea Bologna

  • Coppa Italia maschile

    Granarolo Felsinea Bologna

  • Supercoppa maschile

    non disputata

  • Coppa Campioni maschile

    Virtus Banco di Roma Roma

  • Coppa delle Coppe

    Real Madrid

  • Coppa Korac

    EB Pau-Orthez

 

  • Promosse in Serie A1 maschile

    Cantine Riunite Reggio Emilia,

    Gedeco Udine, Yoga Bologna

    e Marr Rimini

  • Promosse in Serie A2 maschile

    Saradini Cremona, Cida Porto

    San Giorgio e Master Valentino Roma

 

  • Nazionale Italiana femminile

    Non ha partecipato a manifestazioni

  • Scudetto femminile

    Zolu Vicenza

  • Coppa Italia femminile

    Italbyte Viterbo

  • Supercoppa femminile

    non disputata

  • Coppa Campioni femminile

    Levski Sofia

  • Coppa Ronchetti

    Bata Roma

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Superbasket # 42 (dicembre 2018-gennaio 2019) | Pagina 28-29

Redazione Superbasket

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