l'Italbasket lancia l'operazione Parigi - "L'età giusta per essere protagonisti"
Obiettivo Mondiali 2023 con la qualificazione ai Giochi 2024 come priorità per la Nazionale di Gianmarco Pozzecco. Il d.g. Salvatore Trainotti racconta l'estate azzurra tra prospettive della squadra e reclutamento oriundi, ma spazia anche suoi programmi per le nuove generazioni giovanili
L'Italbasket lancia l'operazione Parigi 2024 provando a spiccare il balzo già dal trampolino di Manila. Il bis dei Giochi Olimpici ai quali gli azzurri sono tornati nell'edizione 2021 di Tokyo è l'obiettivo primario della Nazionale di Gianmarco Pozzecco: due opzioni sul piatto, la qualificazione diretta dai Mondiali di fine estate (riservata alle prime due europee, tolta la Francia che organizzerà le Olimpiadi) oppure il ricorso al Preolimpico, che ci deluse nel 2016 a Torino ma ci esaltò 24 mesi fa a Belgrado. Ma l'Italbasket affronta l'appuntamento iridato col pieno dell'entusiasmo, sulla spinta dei riscontri positivi di Eurobasket 2022. Dodici mesi fa l'estate azzurra iniziava con l'incognita del cambio Sacchetti Pozzecco, con un Mondiale ancora da raggiungere e un Europeo in casa da onorare al meglio.
Oggi l'estate della Nazionale parte con molte certezze in più, sul piano tecnico, motivazionale e caratteriale. E soprattutto con quell'identità azzurra che Salvatore Trainotti aveva indicato come obiettivo primario per dare all'Italbasket un marchio di fabbrica riconoscibile. Il direttore generale delle Nazionali azzurre sottolinea con piacere l'importanza di questo traguardo raggiunto. “Se due anni fa volevamo impostare una identità azzurra sulla quale fare leva, oggi l'abbiamo trovata ed è molto forte. Lo dimostra il fatto che i giocatori esprimono ripetutamente il piacere di venire in Nazionale, in diverse interviste hanno addirittura detto di non vedere l'ora. E questa è una grande soddisfazione per tutta la FIP. Questa identità si era già sviluppata con Sacchetti, e poi si è consolidata con Pozzecco. Con Gianmarco il rapporto c'è da 12 mesi ma in un anno ne abbiamo vissuti praticamente tre, fra le qualificazioni ai Mondiali prima e dopo gli Europei. Ma il ciclo di risultati positivi e l'affettività che hanno generato sono un grande biglietto da visita per il movimento”.
E l'attenzione che il brand Italbasket sta riscuotendo nuovamente – dal ritorno in chiaro sulla Rai in poi – rappresenta un grande stimolo, e un motivo di soddisfazione, per chi lavora all'interno dell'area FIP: “La ricaduta positiva che hanno i successi della Nazionale la si riscontra sul territorio: quando l'Italbasket vince o comunque sa rendersi attrattiva, è di grande aiuto a tutti quelli che lavorano nel nostro mondo. Una Nazionale forte, che guadagna attenzione anche in TV, attira nuovi appassionati e in generale aiuta a posizionare meglio anche il prodotto serie A”.
E dunque l'Italbasket recupera lo storico ruolo di locomotiva del movimento, anche se aumenta sempre di più il numero degli azzurri ed azzurrabili che vanno a giocare all'estero. “È fisiologico per via della crescente globalizzazione cestistica, non dimenticando che il livello economico conta molto: l'Italia non è il Paese di 20 anni fa e dunque non c'è nulla di strano che i nostri prodotti si rivolgano a mercati esteri, dove trovano anche contesti adeguati per migliorare. Piuttosto dobbiamo vigilare sui giovani in età scolare per le superiori o l'università: non è detto che certe esperienze abbiano solo risvolti positivi”.
L'obiettivo degli azzurri è chiarissimo: conquistare il pass per Parigi 2024, meglio se tramite i Mondiali nella prima occasione utile tramite l’evento in programma dal 25 agosto al 10 settembre. Ripartendo dallo spirito con cui l'Italbasket ha sfiorato le semifinali agli Europei del 2022. “Il ritorno alle Olimpiadi di Tokyo dopo una lunga assenza ha ovviamente stimolato la voglia di ripeterci ed essere protagonisti anche ai Giochi di Parigi. Tra chi c'era già nel 2021 e chi l'ha vissuta in TV il sentimento è comune: vogliamo essere fra le 12 delle Olimpiadi 2024. O attraverso i Mondiali, piazzandoci tra le prime due europee, oppure col Preolimpico. A Manila vogliamo giocarcela fino in fondo, facendo valere lo spirito combattivo di un gruppo che ha già dimostrato le sue doti lo scorso anno”.
Sulla carta il responso dell'urna è stato favorevole agli azzurri col girone iniziale – Angola, Repubblica Dominicana e i padroni di casa delle Filippine nella fase inaugurale: passano le prime tre portandosi in dote i punti degli scontri diretti – che sembra alla portata, anche se Trainotti ammonisce a non dare nulla per scontato: “Il ranking sulla carta vale il giusto e cambia subito dopo la prima partita. Quello che vogliamo fare è dare il massimo in ogni partita, cercando di capitalizzare ance la voglia di tornare in situazioni stimolanti come quella del settembre 2022 contro la Francia. Chiaro che è rimasto amaro in bocca per quella sconfitta, ma vogliamo sfruttare il senso di rivalsa senza rimuginare sull'occasione persa. Perché in generale giocare più partite di quel tipo fa crescere e maturare”.
Il segnale forte sulla valorizzazione del brand Italbasket arriva comunque dalla disponibilità di tutto il “panel” dei giocatori convocabili a vestire la maglia azzurra. Compreso chi aveva detto addio in passato... E poi c'è il discorso rinforzi oriundi o italianizzabili che è ancora aperto (anche se tutto spinge verso Darius Thompson, che diventerà italiano per matrimonio con la brindisina Chiara Pacifico). “Non abbiamo ancora fatto le convocazioni per il raduno che partirà il 24 luglio, ma il feeling è estremamente positivo sulla disponibilità di tutti gli elementi. I rinforzi oriundi? Come tutte le Federazioni siamo anche noi sul pezzo per ogni situazione di potenziale aggiunta, ovvio che arriviamo fino a quando siamo in grado di controllare gli eventi. Ripartiremo dal gruppo che ha disputato gli Europei, verificando la disponibilità di eventuali innesti che possano aiutare il c.t.. Se uno di questi giocatori di cui si è parlato nei mesi scorsi potrà dare una mano, ne saremo contenti”.
Di fatto la grande “hype” scatenatasi attorno a Paolo Banchero ha oscurato tutto quello che la FIP ha portato avanti in termini di politiche future. A partire dal progetto Academy, la selezione regionale delle annate 2009-2010 che torna a scoprire talenti nascosti attraverso un investimento massiccio sul reclutamento. Progetti che ovviamente hanno poca visibilità immediata rispetto al “tifoso azzurro” che segue solo la Nazionale A, ma che sono fondamentali in ottica futura: “È logico che il reclutamento oriundo abbia in qualche modo nascosto tutto il resto dell'attività che stiamo portando avanti: non ci piace ma fa parte del gioco, anche se garantisco che per noi l'attenzione sulle situazioni è analoga. È importante il progetto sui naturalizzati, ma lo è altrettanto quello relativo all'Academy sulla quale siamo concentrati al 101 per cento per le prospettive future che può generare”.
E il d.g. delle Nazionali azzurre entra volentieri nel merito dell'operazione Academy Italia sviluppata nei mesi scorsi con l'intento di essere a supporto delle società: “L'idea è strutturare un'attività di monitoraggio sul territorio prima del via della costruzione delle selezioni Nazionali. Dunque il progetto ha natura triennale, dai 13 ai 15 anni, proponendo dei Camp su natura regionale che valutino il maggior numero possibile di prospetti di talento da coltivare. Offriamo ai ragazzi situazioni agonistiche diverse da quelle dei club, ponendoci a supporto e non in concorrenza al loro lavoro. L'obiettivo è quello di preparare questi ragazzi verso l'inizio del percorso delle Nazionali giovanili, il cui primo raduno è a 15 anni in vista degli Europei Under 16”.
Trainotti spiega nel dettaglio il progetto con le sue “parole d'ordine” necessarie per lo sviluppo dei prodotti più giovani: “Le parole d'ordine sono reclutare, migliorare, competere. Reclutare i migliori dal punto di vista del talento e della futuribilità, andando a scoprire prospetti su tutto il territorio come una volta facevano le società. Migliorare, tramite questi Camp con programmi di lavoro specifico, per farli crescere in un contesto stimolante. E competere, nelle situazioni agonistiche di cui parlavo prima, ad un livello e contro avversari che non si trovano contro in campionato, li aiuta ulteriormente nel percorso di crescita”.
Il tutto anche attraverso un coinvolgimento diretto nel programma di Gianmarco Pozzecco, il cui ruolo full time da commissario tecnico – fatta salva l'apertura al part time che il presidente Gianni Petrucci aveva garantito a febbraio quando gli era arrivata l'offerta poi non accettata dal Panathinaikos – è un valore aggiunto: “Lo è certamente, se la figura del c.t. non si limita a dare visibilità attraverso il suo richiamo di immagine, ma dimostra un vero “committent”. Ed è esattamente quello che sta portando Gianmarco nelle sue apparizioni sul territorio. Il suo ruolo full time è un bel vantaggio per tutti noi”.
Il direttore generale dell'Italbasket offre anche due riflessioni personali sui grandi temi del presente e del futuro in relazione all'attività giovanile: il primo è lo svincolo che dal 1° luglio 2024 cancellerà definitivamente il vecchio “cartellino” dando libertà di movimento a tutti i tesserati al termine di ogni anno sportivo (con debite eccezioni ma legate a contratti di lavoro). “Non credo che sarà un grande dramma né una grande opportunità. O meglio, lo sarà in funzione di come ci si porrà di fronte a questa novità disposta da una legge dello Stato. Sarà un problema se si continuerà a pensare come prima, mentre sarà una occasione per chi riesce a proiettarsi nel futuro”.
L'altra riflessione di Trainotti riguarda invece il massiccio reclutamento straniero delle società italiane di spicco a livello giovanile: “Non possiamo fare altro che rispettare le volontà e le scelte dei club. Noi come Settore Squadre Nazionali dobbiamo fare di necessità virtù. Capisco che chi pensa all'Eurolega o alla NBA cerca stranieri con doti fisiche e atletiche di un certo tipo, ed è normale che si investa su giocatori di prospettiva al di là del passaporto. Però bisogna avere una visione più ampia ed investire sui ragazzi dal background italiano: non è un discorso di sola formazione, ma anche identità tecnica. Questa è la via maestra per avere giocatori forti per la Nazionale”.
In conclusione, il d.g. azzurro offre il suo “pronostico” per il cammino dell'Italbasket ai Mondiali di Manila. “Non sono in grado di definire le ambizioni. L'unica cosa della quale sono certo è che andremo a competere senza paura di nessuno sin dalla prima partita. Ci sono tante variabili che non possiamo controllare, ma dall'esordio con l'Angola all'eventuale ultima daremo il massimo per andare fino in fondo. Abbiamo elementi che hanno l'età giusta per essere protagonisti, nel pieno della maturità cestistica e sportiva, e un grande spirito di squadra che ci porterà lontano”.
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Superbasket # 62 (luglio-agosto 2023) | Pagina 60-66