Brescia abbraccia l'eroe dei due mondi, Sergio Scariolo profeta in patria
La presentazione del numero monografico di “Giganti del Basket” dedicato alla vita e alla carriera del coach pluricampione d'Europa e del Mondo con la Spagna, ha regalato belle emozioni al gruppo di amici di sempre, accorsi a salutare il tecnico della Virtus Bologna alla Pinacoteca Tosio-Martinengo
L'eroe dei due mondi riceve l'omaggio della sua città natale in una serata di gala da emozioni forti. Sergio Scariolo è stato profeta in patria a Brescia in occasione della presentazione del numero monografico dei Giganti del Basket, che ha ripercorso l'attività di vertice del coach pluricampione d'Europa e campione del Mondo in carica con la Nazionale della Spagna. L'undicesima edizione della nuova versione della testata giornalistico-cestistica più antica d'Europa (primo numero datato 1966 come precursore assoluto) è stata presentata ufficialmente nella suggestiva location della pinacoteca Tosio-Martinengo, vero e proprio gioiello del capoluogo lombardo col suo invidiabile patrimonio artistico e culturale, che ha ospitato il coach campione del mondo del basket FIBA e NBA.
E a casa sua, Scariolo – accolto dal gruppo degli amici di sempre, quella “gentaglia” (autodefinizione dei bresciani nel cuore di Sergio) con la quale condivide pensieri e ricordi in una chat whatsapp apposita – ha incantato la platea esprimendo a parole il contenuto delle 96 pagine dei Giganti. La pubblicazione racconta vita ed opere del 62enne allenatore, ripercorrendo con i grandi che lo hanno accompagnato nel suo percorso cestistico – dagli inizi a Brescia negli anni '70 fino ai trionfi in Spagna e alle recentissime imprese con la Virtus Bologna – un excursus di successi senza pari soprattutto con le Nazionali. Con l'esposizione delle medaglie conquistate con la Spagna e le ultime vittorie ottenute sulla panchina della Virtus Bologna – compresa la Supercoppa 2022 vinta proprio a casa sua, nel nuovo PalaLeonessa rimesso a nuovo sullo scheletro dell'EIB degli anni '80 – mentre sullo schermo della sala che ha ospitato l'evento scorrevano le immagini dei successi più iconici.
Ma a Brescia, dove tutto è cominciato, il racconto di Scariolo ha ripercorso le origini della sua passione per il basket, dai primi approcci con Fabio Fossati – all'epoca suo professore a scuola, oggi il sodalizio si è ricomposto visto che l'ex play di Brescia è mental coach della Segafredo ed i ricordi di una icona del basket cittadino come Marisa Zanardelli. La famiglia di professori lo voleva avvocato, ma Scariolo ha raccontato come i viaggi a Milano erano in realtà indirizzati verso il PalaLido. O meglio, la mitica “Secondaria”, dove le lezioni erano gli allenamenti dell'Olimpia condotti da Dan Peterson: immancabile l'intervento del direttore di Superbasket per tratteggiare la figura del coach della Spagna sul numero 11 di Giganti.
“Le vere lezioni universitarie erano quelle, nelle aule di Giurisprudenza ci andai forse una sola volta” ricorda Scariolo, spiegando il “patto” con la famiglia: il corso di studi sarebbe stato portato a termine, così come in effetti è stato. Ma l'attività primaria di Sergio sarebbe stata nel mondo del basket, e non nelle aule di un tribunale. E quelle “lezioni extra” al PalaLido lo portarono a conoscere un altro giovane allenatore, frequentatore abituale degli allenamenti di Peterson, ossia quel Giampiero Hruby poi diventato suo assistente nelle tappe professionistiche a Pesaro e Desio. E oggi editore di Giganti del Basket, nonché autore del contributo di apertura della rivista, per raccontare i dettagli di un rapporto che tra collaborazione professionale ed amicizia dura da oltre 40 anni.
Nell'excursus storico della carriera di Scariolo c'è ovviamente tanta Brescia, dai primi approcci col mondo del basket allenato insieme a Fabio Fossati (“Allungavo il percorso del ritorno a casa da scuola per lavorare con lui all'oratorio dove allenava e fare lunghe chiacchierate sulla pallacanestro”) al rapporto con Riccardo Sales, il primo maestro del basket professionistico del quale fu assistente per diverse stagioni a Brescia. “Riccardo è stato fondamentale per la mia formazione, anche nell'insegnarmi certe abitudini e certe regole che mi sono portato dietro per tutta la vita” racconta Scariolo sul compianto “Barone”, dal quale ha appreso le regole basiche del lavoro quotidiano in palestra.
A Brescia è legato anche qualche ricordo amaro, come l'esonero nella fase finale della stagione 1983/84, dopo una serie di sfortunate sconfitte in volata (“Quell'annata con Carlo Rinaldi, nella quale perdemmo 8 partite di un punto, mi dà ancora gli incubi” ricorda il coach). Ma fu l'occasione per spiccare il volo verso il professionismo: prima tappa a Vigna Di Valle, la “mitica” caserma dell'aviazione sul lago di Bracciano dove il colonnello Marinangeli organizzava la squadra delle Forze Armate che partecipava alla serie B. E poi Pesaro, imparando da un altro grande maestro come Valerio Bianchini, il primo allenatore a vincere scudetti in tre diverse città (imitato poi da Carlo Recalcati ed Ettore Messina, altri protagonisti di monografie griffate Giganti). E il cui contributo non poteva ovviamente mancare nella foliazione dei “Giganti-Scariolo”, così come non poteva mancare quello di Ario Costa. Che col tecnico bresciano ha costruito il primo rapporto in Lombardia, ritrovandolo poi a Pesaro per gli scudetti vinti nell'era più esaltante della lunghissima proprietà di Valter Scavolini.
Il racconto di Scariolo è proseguito lungo il percorso temporale degli anni '80 e '90 in Italia: il tricolore con la Vuelle, il McDonald's Open a Parigi, poi la tappa a Desio in A2 e l'ambizioso progetto della Fortitudo Bologna con la coppia Djordjevic-Esposito, inaugurando l'era Seragnoli fino alla finale scudetto persa contro Milano nel 1996. Che spinse Scariolo a guardare altrove e cambiare nazione, aprendo un capitolo fondamentale della sua vita: “Percepii qualche segno di declino del basket italiano, e allora, mettendomi a studiare la lingua per conto mio, scelsi la Spagna che era un movimento in ascesa”. Nella penisola iberica il coach bresciano ha messo su casa e famiglia – la moglie Blanca Ares, capitana della Nazionale spagnola, era in prima fila all'evento – ma soprattutto ha aperto il capitolo più importante della sua carriera. I primi “due mondi” citati nel titolo di Giganti numero 11 sono proprio Italia e Spagna: in ACB ha firmato successi storici prima con Vitoria (la Copa del Rey del 1999) e poi con Malaga, in mezzo il triennio al Real Madrid con la conquista della prima Liga nel 1999/2000.
Di fatto Scariolo è stato il primo coach italiano a scegliere di lavorare all'estero nella fase embrionale della “globalizzazione” del mercato: un pioniere che in Spagna si è costruito un credito a suon di risultati e cultura del lavoro, al punto da diventare c.t. delle “Furie Rosse”: a raccontarlo sulle pagine di Giganti c'è anche il contributo di Jorge Garbajosa, suo giocatore a Malaga (vincendo la Liga 2005/06) e ora presidente della Federación Española de Baloncesto, alla quale Sergio ha regalato trionfi memorabili. La Spagna dei trionfi europei, ben 4, compreso l'ultimo contro pronostico: solo il mitico colonnello (poi generale) Gomelski fece meglio a quota 7 ori ai tempi della vecchia Unione Sovietica. Ma anche le medaglie olimpiche – bronzo 2012 e argento 2016 – e lo storico trionfo ai Mondiali 2019, vero e proprio anno magico perché coinciso con la conquista del titolo NBA da assistente dei Toronto Raptors.
La Nazionale spagnola e i suoi trionfi in serie nei due diversi cicli di lavoro sono naturale motivo di grande orgoglio per Scariolo. Che sottolinea però un altro aspetto fondamentale della sua opera al comando dell'area tecnica del basket iberico. Ossia la continuità e il ricambio generazionale – vedi la vittoria agli Europei 2022 senza più i grandissimi come i fratelli Gasol o Navarro, e senza l'infortunato Ricky Rubio – che attraverso una oculata programmazione le “Furie Rosse” sono arrivate a poter garantire al movimento. Il racconto del c.t. della Spagna si sofferma sullo stop a metà cammino (“Nel mio secondo anno a Milano mi accorsi che la Nazionale aveva condizionato alcune mosse di mercato, ne sono stato lontano per qualche anno, ma è stato un onore essere richiamato dopo i Mondiali 2014 disputati in Spagna”).
Ma soprattutto sull'eccellente lavoro coordinato da Scariolo e affidato ai suoi collaboratori per creare un ricambio generazionale, il cui valore concreto è stato determinante per il successo all'ultima edizione di Eurobasket. “Questa opera è motivo di grande orgoglio perché ha permesso di dare continuità ai risultati di un sistema che ha continuato a produrre giocatori anche senza più i fasti della generazione precedente; spero di proseguire ancora per qualche anno e poi consegnare ai miei successori gli sforzi compiuti per seminare” conferma Scariolo. E a questo lavoro di semina ha contribuito anche il figlio maggiore Alessandro, il classe 2001 che ha aggiunto al già nutrito medagliere di famiglia i successi agli Europei con le Nazionali giovanili della Spagna.
L'ultimo excursus cronologico è stato il periodo 2018-2021 nel pianeta più eccitante del basket mondiale: tre anni da assistant coach a Toronto, scelto da quel Nick Nurse conosciuto da avversario ai tempi in cui allenava in Eurolega a Brighton, che hanno ulteriormente arricchito la cultura tecnica ed umana in un ulteriore passaggio da “eroe dei due mondi” (stavolta FIBA e NBA). “Una grande esperienza ad un livello di organizzazione e di qualità, prima di tutto atletica, che mi ha ulteriormente arricchito: è stata l'occasione per confrontarmi col meglio del mondo, e dimostrare che c'è sempre da imparare”.
Capitoli dedicati ovviamente ai Raptors e ai trionfi con la Spagna, ma in chiusura della chiacchierata, si torna a Brescia e agli amici di sempre: tra un ricordo di chi non c'è più come Marco Solfrini e un saluto a Matteo Bonetti e Graziella Bragaglio, gli organizzatori della serata che hanno apparecchiato la tavola per un evento davvero lussuoso (compresa la visita guidata alla pinacoteca Tosio-Martinengo). “Matteo e Graziella sono persone alle quali sono legato anche per motivi non legati al basket, a loro va il merito di aver riacceso la fiammella a Brescia, e con grande impegno e grandi sforzi riportato la società in Serie A”. Molto sentito l'intervento dei due soci della Pallacanestro Brescia, che nel 2009 avevano riportato il basket nazionale in città spostando il titolo di A Dilettanti degli allora Warriors Cremona.
Nella sua città natale Scariolo ha celebrato il successo iniziale della stagione 2022/23 con la sua Virtus Bologna – e le immagini della Supercoppa scorrevano sul maxischermo della sala – ma allo stesso tempo è stata proprio Brescia a sfilare dalle mani dei bianconeri la Coppa Italia nell'atto conclusivo dello scorso febbraio a Torino. “Cosa ho provato perdendo proprio contro la Germani? Di sicuro non ero contento, eravamo arrivati in finale con presupposti diversi. Poi però ho visto Matteo e Graziella in parterre, oltre ad altre facce note della mia città. E ho pensato: “Se proprio devo perdere, meglio che accada contro questi...””.
La chiosa finale è proprio per gli amici di sempre, in 80 minuti che incantano la platea: davanti alla sua gente, Sergio Scariolo ha raccontato sé stesso con grande cordialità e leggerezza, corredando il completo servizio dei Giganti del Basket con una serata che ha lasciato il segno in tutti i presenti. L'evento era ad inviti, ma per chi non c'era c'è un solo modo per scoprire vita ed opere dell'eroe dei due mondi (Italia e Spagna, FIBA e NBA): correre in edicola e comprare la rivista!
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Superbasket # 62 (luglio-agosto 2023) | Pagina 36-39