L'Olimpia si gode la terza stella - Italia, credi in una medaglia!

L'Olimpia si gode la terza stella - Italia, credi in una medaglia!

Milano centra il bis tricolore e conquista il 30° scudetto, la Virtus si riorganizza e riparte. Cremona e Pistoia ritornano in Serie A, Schio scrive la storia e l’Italbasket è pronta per il Mondiale

L’Olimpia Milano cucirà sulla maglia la terza stella, una per ogni 10 scudetti vinti! Quest’anno ha messo in bacheca il tricolore numero 30, dopo una serie finale da antologia con la Virtus Bologna, decisa dal fattore campo, visto che la Virtus ha fatto 3-0 in casa e l’Olimpia 4-0. La Virtus, certo, si mangerà le mani per una partita di regular season persa per un niente, che ha permesso all’Olimpia di agganciarli in classifica (23-7 il record finale), ma con differenza canestri a favore dell’EA7. Fossero state quattro partite in casa della Virtus? Discorsi da bar. Lo scudetto è dell’Olimpia. Niente da dire.

Poi l’annuncio che, a partire dall’anno prossimo, la finale sarà come le altre serie, 3 su 5. O, come si dice in Italia, ‘al meglio delle cinque’. Benissimo. Giusto così. Ma mi permetto di mettere il ‘naso’ in affari non miei: non fare 2-2-1, cioè due in casa, due fuori e la bella in casa, ma fare 1-1-1-1-1. Sarebbe più giusto così, a mio modo di vedere le cose. Ai miei tempi erano 2 su 3. Non era possibile fare due partite consecutive in casa. Ovvio, se uno sbanca il parquet della meglio qualificata, prende il vantaggio del fattore campo. Ma ripeto: 1-1-1-1-1 è più equo. Per tutti.

Virtus. Certo, sono delusi per lo scudetto sfuggito. Ma il club, il coach e la squadra hanno fatto, per me, un anno tanto importante quanto bello. Da debuttanti in Eurolega sono quasi arrivati ai playoff. C’è stato qualche passo falso, come la Coppa Italia, ma capita. Un ottimo campionato, come detto, 23-7, a pari merito per il primo posto. Poi una grandissima finale scudetto. Come detto, da antologia! Poi un altro rammarico: i tiri liberi sbagliati in Gara 2. Avessero sbancato il Forum in quella partita? Forse sarebbero stati campioni d’Italia. Certo, anche se forse Milano avrebbe avuto una reazione per vincere a Bologna.

La Virtus, ora, porta dentro nuovi soci, nuovi partner, nuovi azionisti, nuova linfa, nuovi soldi. Certamente quest’annata gli ha fatto capire cosa ci vuole per: (a) vincere lo scudetto e (b) arrivare ai playoff in Eurolega. Non gli faccio i conti in tasca, né dò consigli per gli acquisti. Ma, sicuramente, vedendo l’impatto che Shabazz Napier ha avuto sull’Olimpia, vorranno un super ‘vero’ play per guidare la squadra nel 2023/24. Poi i lunghi. Riprenderanno Amar Alibegovic e Amedeo Tessitori, che sono italiani, insieme a un super lungo accanto a loro? Poi attaccanti e tiratori come ha Milano? Vedremo…

Olimpia. Ettore Messina ha vinto la serie finale anche con un paio di mosse tattiche. La prima: Gigi Datome in quintetto base, aumentando la pericolosità offensiva e trovando un difensore alto 204 cm da mettere addosso a Marco Belinelli, 196 cm, con il risultato (fra altri fattori, certo) che il grande Beli ha fatto 0/7 dal campo in Gara 7. La seconda: mettendo Shavon Shields, alto 201 cm, contro il play titolare della Virtus, Daniel Hackett, alto 195cm. Potrei anche immaginare che abbia valuto attaccare Isaia Cordinier in Gara 7, mettendolo subito in difficoltà per falli. È un forse, non una certezza.

Ettore Messina vince il suo sesto scudetto in Italia (3 con la Virtus, 1 con la Benetton, 2 con Milano) e raggiunge Simone Pianigiani, che ne ha vinti sei con la Mens Sana Siena, in classifica (irraggiungibile Cesare Rubini, che ne ha vinti ben 15 con l’Olimpia). Ha vinto anche quattro Eurolega: due con la Virtus e due con il CSKA Mosca. Ora metterà tutta questa esperienza nel lavoro per fare quei piccoli ritocchi necessari per fare un ulteriore salto di qualità: un play di riserva, un lungo altissimo, un difensore, un atleta di 205 cm. Io sto indovinando, Ettore lo sa. 

Promozioni. La Serie A avrà due ritorni importanti: Cremona e Pistoia. Sia chiaro, non è stato per nulla facile per questi due club riuscire in questa notevole impresa. Altre squadre importantissime forse erano più favorite per questa promozione: Pallacanestro Cantù, Auxilium Torino, Basket Treviglio, Fortitudo Bologna, perfino Urania Milano. Ma ciò che conta è quello che fai a fine anno nella fase eliminatoria. Quindi, due capolavori fatti da due club che hanno lavorato per anni per essere in grado di fare questi colpi. Degne addizioni alla massima serie.

Femminile. Schio detta ancora legge. Come le altre società della Serie A maschile stanno pensando a come ridurre la distanza economica tecnica-organizzativa fra loro e il binomio Olimpia/Virtus, è ovvio che i club dalla Serie A1 femminile devono fare altrettanto. Per il momento, Schio sta scrivendo la storia, con una dinastia simile a quelle del passato: AS Vicenza, GEAS Sesto San Giovanni, FIAT Torino, Comense Como. Non esiste una formula magica. Bisogna lavorare sodo sulle italiane e scegliere senza errori le straniere. Facile da dire, logico. Ma la strada è questa.

Nazionale. Coach Gianmarco Pozzecco, che ha piazzato il colpo bellissimo di portare l’Italia ai Mondiali di Manila (e altri paesi), sta programmando come portare a casa una medaglia da questa manifestazione. O come diceva il mitico Arnaldo Taurisano una volta: “Oggi voglio ‘rubare’ una partita”. In questo il Poz vuole trasformarsi in Jesse James per svuotare una cassaforte piena di ori, argenti e bronzi. La competizione è tremenda: USA, Spagna, Serbia, Argentina, Francia. Ma l’Italia non ha nulla da perdere. Detto da un americano: “Go, Italy”.

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Superbasket # 62 (luglio-agosto 2023) | Pagina 4-5

Dan Peterson

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