Umana Reyer Venezia

Dopo l'assenza del 2022, la Reyer torna alla Final Eight trovando nuovamente sul cammino la Virtus Bologna, già eliminata nel 2020 e nel 2021. A Torino farà tris? Gli orogranata ci provano cercando equilibri ed assetti nel nuovo corso a supporto delle certezze acquisite Watt e Bramos

Venezia torna alla Final Eight dopo l'assenza di 12 mesi fa a Pesaro, che interruppe una striscia di 8 apparizioni consecutive. Il forte rinnovamento estivo, con 9 volti nuovi dopo anni di continuità con un gruppo che ha portato in dote un ciclo di storiche vittorie, ha reso necessario un periodo di messa a punto più lungo del previsto. Per ora la Reyer ha fatto meglio in EuroCup rispetto al campionato, ma la squadra campione dell'edizione 2020 della Coppa Italia sarà una outsider temibile anche per la testa di serie numero 2 Virtus Bologna. Lo dicono anche i precedenti nei duelli ad eliminazione diretta tra orogranata e bianconeri: sia nel 2020 che nel 2021 l'Umana chiuse anzitempo ai quarti di finale il cammino della Segafredo. La formazione di Walter De Raffaele ha i mezzi, in gara secca, per provare a fare il tris. E dopo il successo di Pesaro ottenuto partendo dalla posizione numero 8, nessuna impresa è fuori portata per quella che veniva unanimemente considerata la terza forza dietro le corazzate Olimpia e Virtus nel ranking di settembre 2022.

L'OBIETTIVO • Misurare nell'elimination game contro la testa di serie numero 2 lo spessore delle ambizioni per puntare in alto sia in EuroCup – dove il concetto dei playoff sarà il medesimo “win or go home” della Coppa Italia – che nella seconda parte della stagione. Venezia è entrata nel tabellone con il settimo piazzamento, certamente non è una favorita della vigilia, ma quando vinse tre anni fa a Pesaro si era qualificata da numero 8 grazie ad una congiunzione astrale di risultati favorevoli all'ultimo turno... L'Umana parte sfavorita ma non battuta nel duello con le Vu Nere, dopo aver sfiorato l'impresa nel match dell'ultima di andata, che ha creato le condizioni per la rivincita a Torino. Visto l'incrocio contro un'avversaria di Eurolega, il target più adeguato alla situazione non può essere che quello di sovvertire il pronostico dei quarti di finale, e poi scoprire se ci saranno le condizioni per proseguire il cammino. In casa orogranata non si coltivano ambizioni che vadano oltre il primo turno, ma si tratta di un test significativo per verificarsi in vista degli ultimi mesi decisivi della stagione.

IL CAMMINO • Settimo posto con un bottino di otto vittorie e sette sconfitte per ottenere il pass per Torino, staccato con un turno d'anticipo grazie al successo nel derby del turno numero 14 contro Verona. L'acuto di maggior rilievo del girone d'andata è stato il successo della quarta giornata contro Milano; qualche sbalzo di tensione di troppo, vedi lo stop casalingo con Trento (fatale per scendere al settimo posto, vista la parità con la Dolomiti Energia al giro di boa) e la sconfitta nel derby di Treviso col massimo fatturato stagionale concesso agli avversari (i 101 punti di Reggio Emilia sono stati frutto di due tempi supplementari). I due punti in più rispetto all'andata del 2021/22 sono valsi comunque il pass per la Final Eight rispetto al nono posto di 12 mesi fa. L'auspicio del clan orogranata è quello di accelerare nella seconda metà della stagione come nella stagione passata; sotto questo aspetto la Coppa Italia rappresenta un test probante sullo stato di avanzamento del cantiere Reyer.

LA STELLA • Mitchell Watt
è un fenomeno di regolarità nel suo ruolo di cardine dell'attacco Reyer: ormai un’istituzione alla sesta stagione in maglia orogranata, la sua produzione offensiva è stabile anche nella nuova versione più votata alla perimetralità nell'assetto costruito da Federico Casarin e Walter De Raffaele. Il bottino del mancino da Buffalo University è continuo sin dalla prima stagione in maglia Umana: Watt può produrre punti in tanti modi, dal post basso, dalla media distanza oppure in lunetta, e legge comunque i raddoppi per attivare una batteria di fucilieri dall'arco decisamente temibile. Potrà mettere in crisi con la sua poliedricità offensiva la batteria di lunghi da Eurolega della Virtus. Quel che è certo è che la Reyer può sempre contare sul fatturato interno del suo terminale principe, e ci farà pieno affidamento anche per la Coppa Italia 2023.

L'UOMO CHIAVE • Michael Bramos
è come un buon vino d'annata: l'anagrafe avanza, ma il greco dell'Ohio continua a stracciare retine dall'arco senza soluzione di continuità. Il tiratore del 1987 resta l'apriscatole designato dell'attacco Reyer anche con le aggiunte dei costruttori di gioco Granger e Spissu, e quando non c'è si sente il peso della sua assenza negli equilibri e nella precisione balistica (2-4 il record dell'andata senza il tiratore comunitario, 6-3 quello con Bramos a referto). Il fuciliere ex Panathinaikos è il classico veterano che alza il livello delle prestazioni quando aumenta il valore delle partite, e negli elimination games è sempre meglio averlo dalla propria parte, anche se nell'economia del gioco orogranata lo spot di ala piccola deve garantire anche equilibri difensivi alternandosi col più fresco Parks.

IL PUNTO DI FORZA • Il potenziale offensivo di una squadra che ha mille risorse diverse per andare a segno: Watt e Bramos sono i punti fermi che garantiscono continuità rispetto al ciclo precedente. Ma la spinta in regia di Granger, le qualità balistiche di Spissu e le potenzialità inventive di Freeman (nei nuovi equilibri recenti il più sacrificato) possono garantire produzione anche dal perimetro. E lo stesso Willis è un giocatore di raccordo che nella serata giusta può essere protagonista, al pari di Jeff Brooks che non è certo un giocatore affamato di punti, ma può farsi sentire se la squadra gli crea situazioni vantaggiose. Insomma, coach De Raffaele ha solo l'imbarazzo della scelta, contando anche gli azzurri Tessitori e Moraschini nelle pieghe di un organico lunghissimo. Che magari dovrà ancora affinare gli equilibri dopo la rivoluzione estiva, ma sicuramente in una partita secca può estrarre il classico coniglio dal cilindro...

IL PUNTO INTERROGATIVO • Il rovescio della medaglia del potenziale diffuso è l'incertezza nel trovare terminali dal rendimento garantito, al di là della certezza Watt. Venezia ha chiuso l'andata con due soli giocatori in doppia cifra di media (Spissu poco sopra i 10, oltre al suo storico lungo realizzatore): nella singola partita coach De Raffaele può trovare un protagonista diverso, cosa che può essere vantaggiosa oppure no, soprattutto quando il tiro da fuori non funziona e non si trovano alternative al volume nel pitturato di Watt. La Venezia dell'era Tonut, Stone e Daye aveva un tasso di solidità difensiva che le permetteva di non dipendere eccessivamente dal rendimento nella metà campo offensiva. La nuova versione più talentuosa con la palla in mano non ha ancora raggiunto la perfezione nei meccanismi dell'impianto difensivo, che era diventato il marchio di fabbrica della gestione tecnica di Walter De Raffaele. Che però ci sta lavorando, e alla Final Eight di Torino cerca risposte concrete nel primo test di spessore in vista della corsa playoff per EuroCup e campionato.

IL COACH
• Decima partita di Coppa Italia in carriera per il 55enne tecnico della Reyer, ormai un’istituzione in Laguna (recentemente ha festeggiato le 400 panchine da capo allenatore, in più c'è la lunga militanza da assistente prima della promozione del 2016). Campione dell'edizione 2020 e semifinalista nel 2021, “WDR” metterà alla prova la consistenza della sua rinnovata Reyer nel primo test verità in una partita senza domani per il nuovo corso ridisegnato nell'estate 2022. Partire da “underdog” è un vantaggio perché la pressione graverà sulle spalle della favorita, l'eventuale upset al primo turno – come ricorda la cavalcata trionfale di tre anni fa – potrebbe dare grande spinta se la manifestazione dovesse proseguire verso il weekend. E da sempre la Coppa Italia indirizza l'inerzia verso l'ultimo terzo della stagione.

IL PRECEDENTE • 15 gennaio 2023, vittoria col brivido della Virtus Bologna per
79-78 con una tripla di Teodosic a 8” dal termine di un match che l'Umana aveva condotto anche con 9 lunghezze di vantaggio. La formazione di Scariolo aveva lustrato i calibri pesanti (con l'asso serbo e Shengelia) anche dopo il doppio turno di Eurolega, mentre coach De Raffaele aveva dovuto fare a meno di Brooks. Al di là dei precedenti di cartello in Coppa Italia – nel 2020 a Pesaro l'Umana testa di serie numero 8 eliminò la Virtus numero 1 come tappa inaugurale della cavalcata verso il successo, nel 2021 a Milano bis orogranata contro le Vu Nere – il match si preannuncia più equilibrato rispetto a quel che farebbe pensare la distanza dei “seed” 2 e 7 nel tabellone di partenza. Dunque, lo stop in volata della Segafredo Arena è un risultato che dà fiducia agli orogranata in vista della rivincita a Torino: in sé e per sé è una sfida improba ma non ingiocabile. Almeno sull'arco dei 40 minuti...

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Superbasket # 60 (febbraio-marzo 2023) | Pagina 32-35

Giuseppe Sciascia

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