Sergio Scariolo, Katowice 2009
«Esordio migliore non poteva esserci per la mia prima esperienza sulla panchina di una Nazionale maggiore! La Spagna – che era un po’diventata la mia nuova casa – mi affidava un incarico speciale, e quella volta accettai dopo essere stato costretto a rinunciare l’anno prima; speciale per l’importanza in sé, ma anche per l’onere di dover inseguire la conquista di una medaglia d’oro che più volte era sembrata a portata di mano (tre secondi posti nelle ultime cinque edizioni, N.d.A.), ma che era sempre sfuggita, soprattutto nell’Europeo precedente disputato in casa, con quella finale di Madrid persa di un punto contro la Russia. C’era una sorta di ansia di successo, quasi atavica, e la si avvertiva forte…».
«Il risultato tanto atteso arrivò proprio allora, in Polonia, e a posteriori potrei dire che si trattò di una marcia trionfale; in realtà, mi trovai ad affrontare diversi momenti di difficoltà, sia nel pre-Europeo che durante il torneo stesso. Intanto avevo deciso di cambiare un po’ la struttura della squadra, cercando di far convivere tra loro i due fratelli Gasol, così come Navarro e Fernández, invece che impiegarli l’uno come cambio dell’altro, e quindi c’era necessità di lavorare in tal senso. Dovetti poi fare i conti con gli infortuni: Pau Gasol aveva saltato praticamente tutta la fase di preparazione, e difatti all’esordio con la Serbia, che ci batté, giocò malissimo, penso la peggiore partita della sua carriera; anche Navarro e Fernández ebbero all’inizio problemi fisici. Avevo inoltre puntato molto – rischiando – sui giovanissimi Rubio e Lull, e quando quest’ultimo fallì l’ultimo uno contro uno con la Turchia, che ci costò la seconda sconfitta, sentii già le critiche piovere sulla mia testa…».
«Siamo stati bravi a stringere i denti, e a trovare una coesione davvero eccezionale, che ci ha permesso di superare nettamente tutte le squadre trovate da quel momento sul nostro cammino: Lituania, Polonia, Francia, Grecia, la stessa Serbia; poco meno o poco più di venti punti a ognuna. Quella sì che è stata una marcia trionfale! Sul piano tecnico, la carta vincente è stato l’altissimo livello difensivo; il resto lo hanno fatto le prestazioni in attacco, individuali ma ben differenziate: in testa Pau Gasol, che dopo quell’inizio infelice è cresciuto a tal punto da risultare il miglior realizzatore e l’MVP del torneo; ma anche tutti gli altri si sono messi bene in evidenza, compresi gli ultimi arrivati. Si ebbe proprio la sensazione che quella squadra potesse essere solo all’inizio di un ciclo fortunato…».
Sergio Scariolo è nato a Brescia, il 1° aprile del 1961. Il suo percorso da allenatore ha avuto il minibasket come punto di partenza, a 19 anni, scalando poi tutti i gradini e conquistando a soli 29 anni lo scudetto con la Scavolini Pesaro. Ha vinto 3 volte l’Eurobasket.
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Giganti # 10 (agosto 2022) | Pagina 71