Creare i valori del Club Italia per tutte le squadre azzurre
Salvatore Trainotti racconta il nuovo ruolo a tempo pieno da general manager di tutte le nazionali. Il percorso per crescere nel medio-lungo termine attraverso la condivisione di valori e principi che dovranno permeare tutte le selezioni dalle giovanili all'Italbasket. E le prospettive estive tra le qualificazioni ai mondiali e gli europei ad Assago
Salvatore Trainotti racconta le strategie della sua prima estate azzurra da General Manager dell'intero comparto del Settore Squadre Nazionali. Il 50enne dirigente trentino, artefice del “case history” Aquila portata dalla serie C2 alla finale Scudetto con un percorso di crescita graduale e lineare, ha ricevuto il mandato a 360 gradi dal Consiglio Federale della FIP per un incarico full-fime alla guida dell'intero scibile azzurro. Non solo la Nazionale A maschile, ma anche la femminile e tutte le giovanili, compreso il nuovo comparto 3x3 la cui sezione “in rosa” è reduce dalle Olimpiadi di Tokyo. Una guida tecnica “omnicomprensiva” che neppure ai tempi dell'icona Cesare Rubini, capodelegazione azzurro negli anni '70 e '80, aveva una così profonda penetrazione nei gangli dell'attività cestistica della FIP, senza distinzioni di età e di sesso. Un incarico a tempo pieno, così come a tempo pieno è il mandato del nuovo c.t. Gianmarco Pozzecco, che negli intenti della Federbasket dovrà lasciare il segno a lungo termine, al di là degli esiti della grande estate dell'Italbasket con l'appuntamento casalingo con gli Europei 2022.
“E' una evoluzione dell'incarico precedente che punta ad ottimizzare il lavoro per coordinare tutta l'attività del Settore Squadre Nazionali - così Trainotti illustra il suo nuovo ruolo -. Come in un club, il direttore generale dell'area tecnica deve mettere tutti alla stessa pagina del libro, definire una cultura azzurra omogenea e coordinare il lavoro delle Nazionali con il resto del movimento. Io dovrò fare da raccordo tra la parte politica ed organizzativa della FIP e l'attività delle società”.
-Dodici mesi fa ci raccontò l'importanza di stabilire una cultura dell'Italbasket per creare un ambiente azzurro dai valori duraturi: a giudicare dall'estate 2021 il lavoro è iniziato bene...
“E' un lavoro iniziato ma non ancora finito: l'idea era definire dei valori ai quali sono legati dei comportamenti, che devono diventare la bussola per tutti coloro che sono coinvolti dall'attività del Club Italia. Prima dei nomi debbono venire i principi: in queste settimane si è letto molto su giocatori che vengono o non vengono, ma noi dobbiamo andare oltre. L'obiettivo è creare standard e principi in chiave azzurra: chi li condivide ed ha piacere di venire in Nazionale lo accogliamo a braccia aperte, altrimenti rispettiamo le scelte di chi dice no”.
-Quindi sposare e condividere quei valori vale più dei nomi di chi viene o chi non viene in Nazionale?
“Chi ha fatto parte del gruppo ha piacere di tornarci: non vinci perché hai quel giocatore in più, ma per la chimica che si crea all'interno dello spogliatoio. A nessun altro livello del basket è così fondamentale accettare il proprio ruolo così come in una Nazionale. E poi l'Italbasket rappresenta un modello sia per chi segue che per chi non conosce la pallacanestro: non puoi obbligare o insegnare ad aver piacere di giocare in azzurro. Il mondo si divide tra quelli che lo provano e quelli che non lo provano”.
-Estate 2022 uguale Eurobasket, col vantaggio del fattore campo nel girone inaugurale dal 2 all'8 settembre al Forum. Cosa dobbiamo aspettarci?
“Manifestazione importante che giocheremo in casa, coniugando due obiettivi: il risultato del campo e la capacità di promuovere il basket utilizzando questo evento. Abbiamo una squadra con buoni giocatori e buona chimica: al di là del cambio di allenatore c'è un gruppo di ragazzi che si sente all'inizio o nel mezzo di un percorso. Ci siamo posti la priorità di privilegiare cultura ed ambiente come valori principali: più talento abbiamo e meglio è, ma non siamo disposti a compromessi sui valori per avere maggiore qualità”.
-Prima di Eurobasket 2022 però ci saranno tre tappe importanti sul cammino verso i Mondiali 2023...
“Sarà un'estate da vivere giorno per giorno, perché prima e durante la preparazione per gli Europei dovremo giocare partite decisive nel cammino verso i Mondiali. Non possiamo fare troppi calcoli a partire dalla trasferta del 4 luglio in Olanda: ci ritroveremo dopo tanti mesi e con un nuovo coach, sin dal primo giorno dovremo ritrovare il filo del discorso. E anche per questo abbiamo scelto amichevoli di alto profilo come quelle con Slovenia e Francia: un po' per abituarsi subito a giocare contro avversari di valore, un po' per promuovere e parlare di basket”.
-Meo Sacchetti ha riportato l'Italia alle Olimpiadi, ma a guidare gli azzurri nell'importante estate 2022 ci sarà Pozzecco: come è stato l'approccio col nuovo c.t.?
“Gianmarco ha messo in mostra le proprie qualità da allenatore, compiendo tutti i passi per crescere con risultati importanti in un club prestigioso come Sassari. E viene da una stagione da assistente in Eurolega lavorando con un coach di fama mondiale come Ettore Messina. Ha le caratteristiche tecniche e le esperienze giuste per la Nazionale, e poi è un allenatore mediatico, nel senso che ha la capacità importante per dialogare con i media”.
-Cosa chiederà nel suo ruolo da g.m. delle Nazionali al nuovo coach full-time della Nazionale A?
“Per noi è importante avere una visione e una percezione d'insieme sul lavoro dell'Italbasket: il c.t. della Nazionale deve allenare 365 giorni l'anno anche fuori dal campo. Gianmarco dovrà riuscirci anche senza averla tutti i giorni in palestra tenendo rapporti con club e giocatori. E poi c'è l'esigenza di tornare sul territorio: dal prossimo autunno si tornerà finalmente alla normalità, e abbiamo bisogno di relazionarci con allenatori e dirigenti del settore giovanile. Parlando tutti la stessa lingua è più semplice che il lavoro di tutti si sintetizzi sotto forma di più qualità e più talento. Aiutandoci ad ottenere più risultati: dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, magari non riusciremo a coronare i nostri sogni ma da qualche parte arriveremo”.
-Con lei e Pozzecco a tempo pieno l'obiettivo è dunque costruire qualcosa a medio-lungo termine?
“Il lavoro a tempo pieno di Gianmarco e il mio avrà proprio questo obiettivo. Bisogna creare le basi per un lavoro duraturo. Banchero? Prima o poi arriverà, ma non è che con lui vinciamo e senza di lui perdiamo: è fondamentale portare avanti tante altre strategie”.
-Oltre all'Italbasket maggiore l'estate azzurra prevede anche il ritorno della Nazionale Sperimentale riservata agli Under 23, che lei ha fortemente ri-voluto. Quali obiettivi si prefigge?
“L'aspetto fondamentale è l'esperienza di alto livello internazionale che svolgeranno nel torneo in Canada: oltre a far respirare la cultura dell'Italia, stimoleremo i ragazzi ad uscire dalla loro comfort zone, stimolandoli al confronto ed al miglioramento. Non è un lavoro che pagherà oggi, ma a medio-lungo termine sarà molto importante”.
-Dietro a Pozzecco con Under 23 e Under 20 c'è uno staff di allenatori giovani ed emergenti: c'è modo per creare un interscambio e un percorso comune?
“Ogni scelta può piacere o non piacere, ma dietro c'è una logica, ed è chiara quella che si intravede nelle nostre. Abbiamo scelto allenatori che parlano lo stesso linguaggio, pur se diversi nell'approccio e nei sistemi di gioco. Ci sono metodi ben definiti e un sistema nelle mani di allenatori bravi e che hanno piacere a lavorare in azzurro. Inoltre, sia Ramondino che Magro allenano in serie A, ma hanno un'estrazione di settore giovanile. Le nazionali giovanili debbono competere ai massimi livelli, ma anche migliorare i giocatori: questa è una responsabilità che noi sentiamo”.
-Nell'estate 2022 tornerà anche l'attività delle Nazionali giovanili con i vari Europei di categoria...
“Si torna finalmente a svolgerla dopo due anni complicati: da un lato c'è l'eccitazione per le competizioni, dall'altro la curiosità per verificarci dopo la pandemia. Possiamo contare su due figure di assoluta qualità come Capobianco e Lucchesi che hanno impostato bene l'attività. Ma non solo con le Nazionali A tra uomini e donne conteranno i valori: dovranno diventare un patrimonio comune di tutti”.
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Superbasket # 57 (giugno-luglio 2022) | Pagina 48-52