Scudetto dal sapore particolare per Ettore Messina e Gigi Datome
Il coach dell'Olimpia raggiunge Bianchini e Recalcati nel club ristretto dei campioni con tre società diverse. E l'impronta del suo marchio di fabbrica è stata tangibile nella sua terza stagione a Milano. Per Datome è stato il primo vero titolo italiano vinto a 35 anni, mostrando una ritrovata brillantezza che sarà importante anche in vista dell'estate con l'Italbasket
Il quinto titolo italiano, il primo con l'Olimpia, il terzo club portato al tricolore raggiungendo Valerio Bianchini e Carlo Recalcati nella speciale classifica di tutti i tempi. Tre a Bologna dal 1993 al 2001, uno a Treviso nel 2003, uno a Milano nel 2022: Ettore Messina ha interrotto un digiuno tricolore che nella capitale della Lombardia durava da 4 anni, cogliendo il suo quarto successo in tre stagioni sulla panchina dei Meninred. Ma è evidente che il valore dello Scudetto 2021/22 abbia ben altro peso rispetto alla Supercoppa 2020 e alle Coppe Italia 2021 e 2022. Non che servisse il titolo festeggiato il 18 giugno ad Assago per scoprire la grandezza di uno dei giganti del basket europeo. Che però trae nuova linfa per inseguire il titolo della terza stella – Milano è a quota 29, il prossimo aggiungerà un fregio sulla maglia – e il ritorno sul tetto d'Europa che manca dal lontano 1988. La mano di Messina è stata visibile sin dal suo arrivo sulla panchina Ax Exchange, ma come spesso capita ad un allenatore così identitario come il nativo di Catania, è servito tempo per metabolizzare il suo sistema e selezionare gli uomini giusti per metterlo in pratica. La prima Milano fermata dal Covid nel 2019/20 stava viaggiando a fasi alterne, mentre la seconda Olimpia del 2020/21 aveva già raggiuto picchi “Messiniani” di concentrazione difensiva e coralità offensiva sotto forma di circolazione di palla.
Quest'anno però, con poco Delaney e alternative meno condizionanti per sostituire il finalizzatore Punter, si è vista la versione definitiva di una squadra organizzata e compartimentalizzata per ogni evenienza. Senza Delaney e Mitoglou l'ultima Milano valeva meno della Virtus con le aggiunte di Shengelia ed Hackett? In realtà l'Ax Exchange ha espresso una gerarchizzazione più efficace, sfruttando le licenze concesse a Shields e l'esplosione in finale del lineare Grant, rispetto ad una Segafredo dove il talento sulla carta superiore si è invece disperso in troppi rivoli, con i big sul perimetro che hanno faticato a trovare continuità.
Ma lo Scudetto 2021/22 è stato il primo anche per Gigi Datome, che ha dovuto attendere i 35 anni per festeggiare un titolo italiano: le statistiche lo accreditano come campione d'Italia anche nel 2003/04, quando a 17 anni totalizzò 6 presenze (ma mai nei playoff) con la maglia di Siena. E l'ala di Olbia, che pure nel 2020/21 era stato tra i migliori nello 0-4 dell'Olimpia contro le Vu Nere, è stato determinante nella serie “condendo” con prestazioni individuali di valore assoluto la testa e la coda del duello. Vedi la gara-1 di Bologna dominata dalle difese, nella quale ha segnato le uniche 3 triple dell'Olimpia (su 23 tentativi...) griffando due canestri vitali per respingere la rimonta dei padroni di casa. E vedi la miglior prestazione stagionale sfoderata in gara-6, top scorer a quota 23 punti con 5/10 da 3 mettendo il sigillo sul primo tricolore che può davvero sentire suo. “Gigi-Gante” ne aveva vinti 3 in Turchia col Fenerbahce, era tornato qui per assaporare le stesse emozioni, lo ha fatto con l'entusiasmo e l'energia di un giocatore che è parso rigenerato sul piano fisico. Come Melli, ma meno di Melli, si era infortunato ad aprile: in finale è parso tirato a lucido, ed ora sarà pronto per rispondere alla nuova chiamata azzurra dopo che invece 12 mesi fa – dopo le fatiche della finale tricolore – aveva detto no per motivi fisici.
Stavolta a guidare l'Italbasket ci sarà Gianmarco Pozzecco, che nelle ultime settimane, sospeso a metà tra il ruolo di vice-Messina e la proiezione al nuovo mandato full-time sulla panchina azzurra, aveva già strappato il sì – con tanto di restituzione della fascia di capitano – al giocatore del 1987. Ecco, il Poz: per lui lo Scudetto è il secondo di una carriera nella quale ha vinto relativamente poco (un titolo e una Supercoppa da giocatore, una FIBA Europe Cup in panchina). Vale anche se da vice per farlo rientrare nella “regola non scritta” che voleva il c.t. dell'Italbasket almeno dopo un titolo di campione d'Italia (l'ultimo a ricevere il mandato senza questa “qualifica” fu Giancarlo Primo nel lontano 1968)? Ormai cosa fatta capo ha...
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Superbasket # 57 (giugno-luglio 2022) | Pagina 12-15