Intervista a Gianluca Tucci, una esperienza di vita e basket a Taipei e dintorni
Gianluca Tucci, capo allenatore della Nazionale Maschile di Pallacanestro Chinese Taipei, approdato in Taiwan con il principale obiettivo di riportare la Formazione Senior alla fase finale di Fiba Asia Cup (prevista per l’estate 2025), si racconta a Superbasket.
Partiamo dall’inizio. Coach, quanto tempo ha trascorso nell’isola di Formosa e come giudica il suo livello di integrazione nel nuovo Paese? Quali sono gli aspetti della vita locale che l’hanno colpita di più?
"Sono arrivato a Taipei il 10 febbraio, e la mia full immersion nella cultura e nelle tradizioni locali è tuttora in corso. C’è ancora tantissimo per me e per mia moglie da scoprire, da conoscere e da capire. Mi sono trovato al cospetto di una popolazione estremamente educata, rispettosa dell’ambiente e delle regole della civile convivenza. Il senso civico è sviluppato sin da piccoli, è pressoché impossibile imbattersi in rifiuti abbandonati, auto in doppia fila o in divieto di sosta, sorpassi “furbetti” nelle code, né tantomeno in ritardi clamorosi di bus, treni, o voli aerei. A latere di questi aspetti che rendono la vita quotidiana molto ordinata e scorrevole, la cosa che più mi ha colpito positivamente è la totale assenza di ogni ordine di delinquenza “stradale”, come la definisco io. Se un portafogli o un qualsivoglia oggetto rotola via da una tasca o da una borsa, nessuno lo raccoglie se non per consegnarlo alle autorità competenti, e uno zaino lasciato incustodito in un parco, a qualsiasi ora, per consentire al suo proprietario una corsetta e un cambio di indumenti alla fine, rimane nello stesso posto, perché nessun individuo avverte la tentazione di farlo proprio, indebitamente, solo per il motivo che non si trova protetto o chiuso a chiave... Questo aspetto, non propriamente europeo pur nei posti più tranquilli e civili di cui la mia Italia è piena, decisamente rilascia un senso di sicurezza che consente di affrontare le giornate senza pensieri “ingombranti” o “pesanti”".
Come è stato il suo impatto con il basket locale e la Nazionale Chinese Taipei?
"Il mio contratto, stipulato i primi giorni del 2024, prevedeva una iniziale posizione di Consulting Coach fino alla chiusura della finestra Fiba di febbraio, valevole come primo turno per le qualificazioni all’Asia Cup. Nelle settimane che mi hanno visto nelle vesti di “Osservatore” speciale del Coaching Staff e dei giocatori, ho potuto notare un grande attaccamento alla maglia nazionale da parte degli atleti, a fronte di un modesto coinvolgimento di pubblico in occasione dell’esordio casalingo contro la Nuova Zelanda. Per quanto riguarda il campo di gioco, il ritmo delle gare non è stato propriamente dinamico, e ho collegato successivamente questo aspetto alla influenza dei campionati professionistici locali, strutturati sul modello dei 48 minuti di gioco (come nella Nba), e imperniati sul contributo determinante dei lunghi stranieri, che occupano il 90% delle posizioni titolari di ala forte e centro. Da questo elemento sono partito col mio progetto di rinnovamento, puntando da un lato sullo studio delle altre nazionali asiatiche (prossime avversarie) e dall’altro sulla conoscenza diretta degli allenatori, dei manager locali, e dei giocatori di interesse nazionale. Taiwan rappresenta un paese relativamente giovane in termini di professionismo cestistico. La odierna T1League, pur se erede della precedente, è stata fondata nel 2021, e la Pleague+ nel 2020. Chiaramente la presenza dei giocatori “import” è stata decisiva per lo sviluppo della pallacanestro, e soprattutto per la diffusione e l’appeal dell’Evento gara. Dopo questa fase iniziale in cui lo spettacolo ha avuto il sopravvento, sta prendendo sempre più piede l’esigenza di coltivare con maggiore attenzione il percorso relativo alla crescita dei giocatori taiwanesi e l’interesse attorno alla Nazionale. A questo punto si innesta il mio percorso, che raccoglie una eredità piena di aspettative di rinascita.
Quale è stato il suo primo passo da Capo Allenatore della Squadra Nazionale? E quali saranno i prossimi?
"Dal mese di marzo 2024, d’accordo con i vertici della Federazione Taiwanese (CTBA), abbiamo stilato un programma che avrebbe previsto innanzitutto una serie di allenamenti dedicati a giocatori giovani, in età Senior High School (16-18 anni) e College (18-22 anni). In questa ottica, ho assistito prima alle Finali Nazionali delle rispettive categorie, e poi nel mese di Aprile ho stretto contatti con rappresentanti delle Università in Taipei e nelle città maggiori del Paese. A Maggio abbiamo cominciato gli allenamenti con una rappresentanza dei migliori prospetti u18 (in collaborazione con Nike Taiwan), mentre il mese di Giugno è stato dedicato al Training Camp di 24 giocatori u22. Alla fine del mese di Giugno, precisamente a partire dal 28, è invece cominciato ufficialmente il lavoro con la Nazionale A. Due settimane di allenamenti di squadra (abbiamo presentato due squadre, denominate Blue Team e White team), seguite ad un programma individuale con i giocatori rientrati da campionati esteri, mi hanno consentito di introdurre il sistema di gioco che ci ha visto poi affrontare nella Jones Cup (otto gare in nove giorni) formazioni internazionali di spessore. Ho preparato tecnicamente e tatticamente entrambe le formazioni, guidando poi la Blue Team, cioè la Nazionale A, durante le gare ufficiali del torneo. Il risultato finale, di intesa di squadra, di risposta sul campo e di pubblico, di coinvolgimento dell’intera città, è stato entusiasmante. Ad Agosto mi attende la seconda parte del Training Camp per giocatori u22 (ne allenerò di nuovi per arrivare a coprire un numero cospicuo di atleti da sviluppare), e un relativo torneo denominato Interleague, che vedrà la presenza di squadre delle varie leghe locali. Settembre e Ottobre saranno infine i mesi di preparazione tattica per affrontare al meglio Hong Kong e Nuova Zelanda, nostri prossimi avversari nella finestra ufficiale Fiba Asia Qualifiers di fine Novembre. Contestualmente, sto sviluppando un programma di sharing / formazione che colleghi i vari coaching staff di High School, College e Leghe professionistiche, dal momento che ritengo il processo di condivisione una delle chiavi di volta per migliorare la categoria degli Allenatori.
Come giudica il livello tecnico dei giocatori taiwanesi? E quali le differenze con le caratteristiche dei corrispettivi europei?
"Trascorsi ormai cinque mesi allenando giovani e senior, va fatta una premessa, che concerne una differenza sostanziale nei ruoli. Lo sviluppo dei giocatori in posizioni di playmaker, combo e shooting guard, è rimasto “libero” da regole e condizionamenti di vario genere, portando il livello di gioco, in quegli spot, ad una valutazione che ritengo equivalente a quella del basket medio europeo. Se paragono i migliori “esterni” locali (molti dei quali giocano da titolari nella CBA, campionato professionistico di punta in Cina) ai giocatori della Champions League o della Eurocup, noto pochissime differenze sul piano tecnico. La preparazione fisica e muscolare degli stessi presenta alcune varianti, mentre quella tattica appare di un livello inferiore. Tale aspetto è strettamente collegato alla considerazione che ogni giocatore taiwanese firma un contratto per una lega professionistica solo al termine del suo percorso universitario. Questo sistema emula il modello americano, ma è evidente che il livello competitivo dei campionati universitari taiwanesi non sia paragonabile a quello statunitense. Di conseguenza, i giocatori ventiduenni e ventitreenni sono più acerbi dei corrispettivi europei o americani. Ho constatato invece, che le abilità tecniche dei ragazzi fino a 18 anni sono degne di nota, quindi ritengo che un incremento e un cambiamento delle attività (specializzazione dei ruoli, lettura del gioco, tattica e regolamenti dei campionati) vadano orientati appunto ai giocatori di età universitaria. Quanto poi ai ruoli di ala grande e centro, il discorso si fa in parte più complesso pur avendo ragioni molto chiare. Nei campionati pro, la scelta comune da parte di allenatori e managers è quella di firmare giocatori stranieri nello spot di 4 e 5. I posti nel roster dedicati a giocatori dall’estero sono tre, ma quelli riservati al campo sono solo due. La conseguenza diretta è che su quattro lunghi, tre in genere sono stranieri, e finiscono con l’occupare la quasi totalità degli 80 minuti disponibili in campo. Ecco quindi la “missione” più complicata che mi aspetta: cercare di sviluppare un maggior numero di giovani giocatori lunghi, in modo da fornire alle Leghe la possibilità di credere maggiormente in un loro utilizzo di gioco a livello professionistico. Questo gioverebbe all’intero movimento cestistico, incluso il percorso della Nazionale A.
Per concludere, come considera il prodotto basket Taiwanese nella sua totalità?
"Ho una grandissima considerazione delle potenzialità della pallacanestro sull’isola di Formosa. Innanzitutto, la superficie di Taipei e delle maggiori città del Paese, è letteralmente costellata di campi all’aperto, tutti mantenuti con cura maniacale da parte della Amministrazione Locale, illuminati di sera, e fruibili senza alcun costo da parte della popolazione. In una mia iniziale e non completata ricerca, nella sola Taipei City ho contato e visitato più di 300 campi. A questi vanno aggiunti quelli, sempre all’aperto, delle Scuole Elementari e delle High School (ogni istituto ne ha almeno due, unitamente a campi da tennis e pista di atletica), che rimangono accessibili al pubblico ogni giorno, al termine dell’orario scolastico, e quindi per tutto il weekend. Affermare che lo sport, in Taiwan, è parte integrante della cultura nazionale è assolutamente veritiero, e questo rappresenta il primo, fondamentale punto per il mio progetto qui. In secondo luogo, ma non meno per importanza, la partita di basket rappresenta un evento di spettacolo e mediatico (dal momento che tutte le gare di tutti i campionati sono in diretta gratuita su Youtube), perciò c’è la massima attenzione a tutto ciò che concerne la promozione e la godibilità dello spettacolo stesso. Infine, l’attenzione e l’apertura verso le altre culture è molto alta (diversi allenatori delle Leghe locali provengono da America, Europa, Australia). In definitiva, gli elementi per sviluppare la crescita del basket ci sono tutti, e il tempo rappresenta per me, in questo angolo di mondo lontano dalla mia Italia ma ugualmente affascinante, un compagno di viaggio fidato e complice".