Trapani, un ciclone che sogna in grande

Trapani, un ciclone che sogna in grande

Promozione centrata al primo colpo per gli Shark di Valerio Antonini, che ha rimesso a nuovo il PalaIlio e riportato in serie A il capoluogo siciliano in soli 12 mesi. Investimenti mirati e ambizioni di vertice per una città che punta a scalare in fretta le gerarchie anche tra i professionisti

Il ciclone Trapani riporta di forza la Sicilia tra le protagoniste della serie A. Sono bastati 12 mesi a Valerio Antonini per coronare il sogno di riportare la sua città adottiva tra i professionisti del basket. La doppia promozione del capoluogo siciliano (vittorioso anche il calcio, salito in Lega Pro) porta la firma del 49enne imprenditore romano attivo nel settore delle materie prime agricole che si è imposto all’attenzione del mondo della pallacanestro con una serie di investimenti di rilievo, a partire dal titolo sportivo rilevato dalla Stella Azzurra Roma a fine giugno 2023 dopo l’impasse per rilevare il precedente club di Pietro Basciano. Sono nati così i Trapani Shark, abili a compensare il ritardo sulle operazioni di mercato rispetto a chi si era mosso in precedenza con una serie di blitz ben riusciti.

La gestione societaria dinamica di Valerio Antonini, e le mosse ben calibrate del direttore generale Julio Trovato, hanno permesso a Trapani di allestire un organico competitivo già in estate, strappando alla concorrenza pezzi pregiati come Pierpaolo Marini e Joseph Mobio, primi suoi acquisti. Un’attenzione costante sul mercato, tra disponibilità economiche e prontezza di riflessi, che ha portato in Sicilia americani di spessore come il play Notae e il pivot Horton (ingaggiato a fine settembre dopo il divorzio dal Lokomotiv Kuban). Una squadra competitiva per fare innamorare il Pala Shark che ha subito risposto con entusiasmo alle ambizioni di Antonini, il cui primo investimento dell’estate 2023 è stato il restyling della casa dei granata, rimessa a nuovo secondo i crismi dell’impiantistica più moderna e trasformato in un gioiellino con i colori sociali bianco e granata ad illuminare la struttura.

Così Trapani ha esercitato un dominio assoluto nel corso della prima fase, cancellando l’unica macchia casalinga (sconfitta interna alla quinta di andata con Cantù) grazie ad un ciclo di 17 vittorie consecutive. Ci sono stati anche momenti difficili, vedi il meno 32 nella semifinale di  Coppa Italia contro la Fortitudo Bologna, risolti con decisione dalla dirigenza: svolta in panchina con Valerio Antonini e Julio Trovato a coinvolgere Andrea Diana, il tecnico livornese già campione dell’A2 con Brescia nel 2015/16. E per garantirsi ulteriore qualità in vista dei playoff di A2, il pàtron degli Sharks ha effettuato due innesti sul telaio di una squadra già molto competitiva. Acquisti per vincere tra i cadetti, ma per essere competitivi anche in serie A: e allora dentro l’esperienza di Stefano Gentile, il 34enne play figlio maggiore dell’ex azzurro Nando che aveva già vinto l’A2 2016/17 alla Virtus Bologna. E soprattutto il talento di Amar Alibegovic, già campione d’Italia 2020/21 alla Segafredo, convinto a lasciare i turchi di Bodrum e riportato in Italia con un contratto fino al 2026. Col senno di poi la mossa più vincente di Antonini, alla luce del titolo di MVP delle finali promozione conquistato dall’ex allievo di St’John’s University battendo la Fortitudo di papà Teoman.

Ma che Trapani fosse diventata una realtà con la quale fare i conti, è diventato palese con la “corsa a scansarsi” di diverse avversarie nella fase finale della fase ad orologio per non trovarsi di fronte la squadra da battere nei playoff. Vincere con i favori del pronostico e gli occhi puntati addosso non è mai facile; ma dopo le 29 vittorie su 32 partite della stagione regolare, il percorso della post-season ha confermato il valore del progetto tecnico e societario degli Sharks. 3-1 nei quarti con Piacenza, 3-0 in semifinale contro Verona, poi il 3-1 contro la Fortitudo Bologna, non senza affanni nella gara 2 risolta da 3 liberi di Notae, e l’apoteosi finale al PalaDozza con un Alibegovic d’annata e il siluro da 8 metri di Imbrò a piegare la strenua resistenza degli emiliani.

Dopo 33 anni Trapani è di nuovo in serie A; ma la promozione nei playout del 1990/91 fu un’impresa sportiva non programmata, e la società tornò subito in A2, chiudendo i battenti nel 1997. Ora le premesse sono ben diverse: il pàtron Antonini, con i collaboratori Trovato e D’Orta, ha l’ambizione di scalare in fretta le gerarchie del basket italiano. La promozione in serie A pare solo il primo passo di una parabola ascendente i cui picchi sono ancora da esplorare; il presidente ha voglia di Europa e sogna lo Scudetto, magari non ci vorranno 12 mesi come per la vittoria della serie A2, ma la sensazione è che gli Shark faranno parlare di loro ancora a lungo, e che Trapani abbia le carte in regola per diventare una delle potenze del basket italiano...

 

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Superbasket # 66 (giugno-luglio 202) | Pagina 38-41

Giuseppe Sciascia

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