Roberto Brunamonti, Roma 1991

Roberto Brunamonti, Roma 1991

«Ho un bellissimo ricordo del mio esordio europeo a Torino ’79, nonostante il quinto posto finale sia stato al di sotto delle aspettative. Era la mia prima apparizione importante in Nazionale, e il fatto che si giocasse in casa mi aveva trasmesso una carica in più. Ci tenevo anche per l’allenatore Giancarlo Primo, al quale sono rimasto affezionato per la fiducia riposta in me, che allora avevo appena vent’anni…». 

«Entrai poi nell’era di Sandro Gamba, e anche a lui devo molto per come mi ha valorizzato. Subito l’argento olimpico a Mosca, poi ancora un quinto posto all’Europeo di Praga, per arrivare al trionfo di Nantes ’83. Ma a me piace sottolineare anche il valore della medaglia successiva: il bronzo di Stoccarda ’85. Quello è stato un altro momento storico per la nostra Nazionale, credetemi! Era in atto un cambio generazionale, c’erano diversi esordienti in squadra, cominciava a essere molto difficile superare avversari un tempo abbordabili, come i padroni di casa della Germania Ovest, ad esempio, o la Francia. Quello che non era cambiato era il bel gioco di squadra che con Gamba si riusciva sempre a esprimere». 

«Con Valerio Bianchini ebbi il piacere e l’orgoglio di essere confermato in Nazionale. Passavo dalle mani di un grande allenatore all’altro. L’Europeo di Atene ’87 fu esaltante per certi versi, perché vincemmo sette partite su otto, frustrante per altri, perché bastò farsi mettere sotto dalla Grecia per retrocedere al quinto posto». 

«Sandro Gamba mi riprese in Nazionale dopo l’intervento alla schiena al quale mi ero sottoposto nell’88. Stavolta avevo il compito di offrire alla squadra il mio contributo di esperienza, anche per il fatto di essere diventato capitano dall’Europeo di Zagabria ’89. La chiusura in bellezza fu con Roma ’91. Vincemmo un argento insperato, e così io completavo la mia collana di tre diverse medaglie europee! Fu davvero una apoteosi, con quel pubblico del PalaEur che veramente ci ha trascinato in tutte le partite, a cominciare dalla prima con la Grecia. Poi una vittoria esaltante dietro l’altra, con Francia, Cecoslovacchia, Spagna; quando nella finalissima con la Jugoslavia abbiamo rimontato fino a 4-6 punti, sembrava che potesse giungere anche il miracolo. Ma davanti a noi c’era la Jugoslavia, con Kukoč, Rađa, Divac, Danilović, Đorđević, insomma un quintetto da NBA. Fu quella l’ultima Jugoslavia unita, o quasi; era stato richiamato in Slovenia, infatti, Jure Zdovc, che l’anno dopo ebbi come compagno di squadra alla Virtus. Ogni volta che parlava di Roma ’91, di quella finale e di quella medaglia d’oro che gli erano state negate, scoppiava a piangere!»

Roberto Brunamonti è nato a Spoleto, in provincia di Perugia, il 14 aprile 1959. Cresciuto nella squadretta di basket locale della scuola media “Dante Alighieri”, ebbe la fortuna di condividere il girone del Trofeo Ragazzi con la zona dell’Alto Lazio, e quindi anche di Rieti, dove venne adocchiato e poi prelevato, all’età di 15 anni. Già l’anno successivo l’esordio in prima squadra.

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Giganti # 10 (agosto 2022) | Pagina 51

Roberto Brunamonti

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