La Virtus Bologna trionfa in EuroCup e ritorna tra le grandi d’Europa
Primo successo di una squadra italiana nella seconda competizione ECA. La vittoria vale l’accesso all’Eurolega, dove la Virtus Bologna ritorna dopo 14 lunghi anni di attesa
Tutto ebbe inizio con una promessa. Siamo nell’estate del 2016 e la Virtus Bologna ha appena toccato uno dei punti più bassi della sua storia: la prima retrocessione sul campo in A2. L’allora presidente, il compianto Alberto Bucci, chiama il patron della Segafredo, Massimo Zanetti, per chiedergli di aiutarlo nel percorso di rinascita. L’obiettivo è riportare la Virtus dove storia, pubblico, fascino e blasone richiedono che stia. Massimo Zanetti accetta la proposta e promette ad Alberto Bucci che non solo lo aiuterà, ma farà in modo che la Virtus possa tornare a cucirsi il tricolore sul petto e a conquistare un posto tra le grandi d’Europa.
11/05/2022. Sono passati quasi sei anni da allora e quella promessa è stata mantenuta. Purtroppo, Alberto Bucci non ha potuto assistere al trionfo della sua Virtus, ma siamo sicuri che da lassù sarà stato il primo a festeggiare quando il capitano Marco Belinelli ha alzato la coppa al cielo. Da campione d’Italia in carica, la Virtus Segafredo Bologna ha vinto la 7Days EuroCup 2021/2022 e si è assicurata sul campo un posto nell’Eurolega 2022/2023.
Dopo la cocente delusione della scorsa stagione, con l’eliminazione in semifinale contro l’Unics Kazan, la Virtus Segafredo Bologna è riuscita così a raggiungere l’obiettivo primario di quest’annata, imprescindibile punto di partenza per poter proseguire nella crescita e nel consolidamento in Italia e in Europa. Per fare ciò si è affidata alle sapienti mani di Sergio Scariolo, firmato la scorsa estate con un triennale per sostituire Sasha Djordjevic, coach vittorioso un anno fa in ambito nazionale con un secco 10-0 nei playoff scudetto.
L’avventura di “Don” Sergio sulla panchina bianconera, tuttavia, non è iniziata sotto i migliori auspici. La Virtus, infatti, è stata funestata da una serie di infortuni senza precedenti nel corso della prima parte di stagione e questo ha influito molto sui primi mesi di lavoro. Subito out Ekpe Udoh e Awudu Abass (sostituiti da JaKarr Sampson e Isaia Cordinier), si sono poi fermati a vario titolo e per un periodo consistente Nico Mannion, Kevin Hervey, Milos Teodosic, lo stesso Isaia Cordinier e Marco Belinelli; la lista degli ulteriori acciacchi sarebbe ancora molto lunga, senza contare anche le assenze per riscontrate positività al Covid-19. Tutto questo ha creato difficoltà soprattutto nel costruire una vera identità di squadra e un sistema difensivo in grado di poter supportare l’ottima produzione offensiva.
Se in campionato i bianconeri sono riusciti a tamponare la situazione, è in Europa dove si sono registrati i problemi principali. Il dispendio fisico ed energetico del giocare ogni tre giorni con un roster mai al completo si è fatto sentire, in particolare contro le avversarie più accreditate del girone. Due sconfitte contro Valencia e Buducnost, un pesante ko esterno contro Gran Canaria e un tonfo casalingo contro il Cedevita.
La Virtus, quindi, si è sempre ritrovata a navigare tra la quarta e la quinta posizione in classifica. Niente di preoccupante in vista della qualificazione ai playoff (ne passavano 8 su 10), ma dato che la formula di quest’anno prevedeva nella post-season un tabellone tennistico con gare ad eliminazione diretta in casa della squadra meglio piazzata, una bassa posizione di partenza avrebbe potuto significare l’andare a giocarsi le sfide decisive in trasferta su campi caldi e difficili da espugnare.
Nel mese di marzo, però, complici anche i terribili avvenimenti della guerra tra Russia e Ucraina, si è presentata alla Virtus la possibilità di svoltare la stagione. Le squadre russe vengono prima sospese e poi escluse dalle competizioni internazionali e qui scende in campo anche la bravura del comparto societario, capeggiato sul piano operativo dal CEO Luca Baraldi e dal DG Paolo Ronci. I bianconeri riescono ad ingaggiare, in uscita dal CSKA Mosca, Daniel Hackett e Toko Shengelia, due assi che avranno un impatto debordante sul roster bianconero.
Dopo il giusto periodo di ambientamento, infatti, è lampante agli occhi di tutti come questa doppia aggiunta vada ad inserire quell’esperienza, quella leadership, quella mentalità vincente di cui la Virtus aveva bisogno per fare uno step decisivo verso il raggiungimento del suo obiettivo. L’inversione di marcia bianconera è chiara ed evidente, manifestandosi chiaramente nell’ultima partita della regular season, quando alla Segafredo Arena la Virtus sconfigge la capolista del girone Gran Canaria, assicurandosi il quarto posto finale e almeno il primo turno di playoff casalingo.
Negli ottavi di finale l’avversario è il Lietkabelis Panevezys, formazione lituana alquanto rognosa, che costringe la Virtus ad una partita molto tirata. Due spallate non bastano per minare la loro resistenza. I padroni di casa, però, non perdono mai la calma e nel finale ci pensano Weems, Jaiteh e la difesa bianconera a realizzare le giocate che valgono i quarti di finale contro il Ratiopharm Ulm, autore di uno degli upset più significativi del primo turno (out Badalona, testa di serie n. 1A) e capace di rifilare alla Virtus un ventello in Germania nella sfida di stagione regolare.
Per il match dei quarti di finale si gioca al PalaDozza, catino ribollente di tifo e passione. Ne uscirà un’autentica battaglia sportiva. La Virtus tira malissimo da 3 (2/24), ma la porta a casa trascinata dal suo totem Mam Jaiteh, nominato mvp della stagione, e da un carattere strepitoso. 10-0 il parziale negli ultimi 3 minuti di gioco: dal 73-77 all’83-77 finale. Questo successo significa semifinale contro Valencia, l’altra grande favorita sopravvista alla roulette russa dell’eliminazione diretta (dopo Badalona, fuori agli ottavi anche il Partizan; out nei quarti Gran Canaria e Cedevita).
Tutti parlano di finale anticipata (dall’altro lato di tabellone si sfidano Andorra e Bursaspor) e il clima che si respira a La Fonteta il giorno della partita è proprio quello. La Virtus è seguita in terra spagnola da quasi 500 tifosi, che assisteranno ad una partita capolavoro della squadra di Scariolo. Una vittoria d’autorità, da grande squadra, con l’azione simbolo nella schiacciata perentoria di Belinelli nell’unico momento di difficoltà.
La vittoria del Bursaspor ad Andorra regala inoltre alla Virtus il sogno di una finale casalinga, da giocare davanti ai 10.000 della Segafredo Arena. I biglietti vengono polverizzati in poche ore e la società fa segnare il record d’incasso per una partita di pallacanestro in Italia. Il giorno del match l’Arena si colora di bianconero già un’ora prima della palla a due, coi tifosi dal tardo pomeriggio a vivere l’attesa nei dintorni del palazzo. La partita vede i bianconeri sempre in vantaggio, con Teodosic (mvp) ad indicare la via e gli altri a seguire le orme del “Mago”. Il popolo sulle tribune fa il resto, dando vita ad un’atmosfera unica, trascinante e stimolante. La squadra la cavalca come un surfista fa con le onde dell’oceano e quando Weems inchioda la stoppata su Andrews, il muro bianconero può esplodere di gioia. Invasione di campo e, qualche giorno dopo, festa col pullman scoperto della squadra per le vie della città.
I tifosi aspettavano questo momento da 14 anni. L’attesa è finita. L’EuroCup è in bacheca (prima volta per una squadra italiana). Marco Belinelli la alza nel cielo di Bologna, quasi che anche Alberto Bucci da lassù la possa toccare. Gli sforzi di una proprietà appassionata e lungimirante sono ripagati. Bentornata Virtus, l'Eurolega ti aspetta.
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Superbasket # 57 (giugno-luglio 2022) | Pagina 54-59