SB 40°: 2014 Giorgio Armani
Meno male! Al mio debutto sulla panchina dell’Olimpia-Armani Jeans Milano, il 6 gennaio 2011, non c’era Giorgio Armani in tribuna. Era ancora in vacanza e non mi ha visto vestito con una giacca colore… cammello. Abbiamo vinto la partita ma, subito dopo, il nostro Presidente, Livio Proli, mi disse: “Coach, ci vediamo domattina in Manzoni 31. Dobbiamo sistemare tuo abbigliamento”. La mattina dopo, in modalità ‘emergenza’, i sarti e le sartine mi hanno fatto un vestito di Giorgio Armani bellissimo, con camicia e cravatta abbinati. Sembravo un fotomodellino, a dire poco!
La seconda partita era a Cremona e c’era nientemeno che lui, Re Giorgio Armani. Avevo il nuovo vestito, blu urlo, camicia azzurra, cravatta a pois. Lo vedo prima della partita e gli stringo la mano, chiedendo: “Come sto?”. Lui, con un grande sorriso: “Molto bene, Coach”. Poi, stringendomi la mano, nota che il polsino della camicia è qualche millimetro troppo lungo. Dice a qualcuno: “Mettiamo a posto questo domani”. Sono rimasto di sasso: il suo occhio non perdeva NULLA. Un polsino. Un dettaglio! Poi, mi sono detto: “Oh, i geni sono così; sanno che l’arte è nei dettagli”.
Da lì in poi, ho cominciato a ‘studiare’ Giorgio Armani. Trovo incredibile, quasi inconcepibile, che uno resti Numero Uno nella moda per 50 anni. Già essere Nr.1 per UN ANNO non è facile. L’ho visto, ovvio, quando veniva alle partite al Forum. E’ sempre molto tranquillo, sorridente, garbato. La parola in americano è… ‘friendly’. Quindi, ha il ‘talento’ di mettere le persone a loro agio. Una qualità di un un grande allenatore è proprio questa: essere esigente ma, allo stesso tempo, trasmettere fiducia. Giorgio Armani incarna questa descrizione. Uno che avrebbe potuto fare il coach… alla grande.
Oltre ogni cosa, però, apprezzo ciò che ha fatto Giorgio Armani, per l’Olimpia Milano, per la Serie A, per il Basket Italiano. La sua presenza e il suo nome hanno dato una credibilità incredibile al Basket Italiano nei 10 anni da che lui è proprietario unico dell’Olimpia. No, non parlo solo delle vittorie: tre scudetti; due Coppe Italia; una Supercoppa. Parlo dell’immagine. Il mondo intero sa: Giorgio Armani CREDE nel basket, CREDE nell’Olimpia. Forse è anche logico: il suo fratello maggiore, Sergio, classe 1932, ha giocato nel vivaio dell’Olimpia con nientemeno che Sandro Gamba, pure lui classe 1932.
Non esagero a dire che Giorgio Armani ha salvato l’Olimpia Milano. Nessun’altra parola è più adatta. E quando tu salvi Milano, salvi pure l’intero movimento, Nazionale compresa. Se oggi il Basket Italiano sta riprendendo la crescita, con 9 club in Europa e la Nazionale ad un passo dal Mondiale, molto merito di ciò deve andare a Giorgio Armani, che ha prestato tutto al movimento: nome, immagine, presenza, genio, credibilità. La famiglia Armani, compresa la sorella Rosanna e il grande Presidente Livio Proli, ha abbracciato l’Olimpia Milano. Sergio Armani, da qualche parte, sorride.
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