SB 40°: 1986 Eliseo Timò
Eliseo Timò è stato l’artefice del più grande momento nella storia del basket a Roma. Presidente e proprietario della Virtus Roma, ha unito diverse forze per fare l’impossibile. Prima, ha raccolto l’eredità lasciato da altri club storici di Roma: Ginnastica, A.S. Roma, Stella Azzurra, Lazio. Poi, ha voluto un allenatore super, con legami a Roma e, nel 1982, ha preso nientemeno che Valerio Bianchini, da Cantù, dove aveva vinto lo Scudetto nel 1981 e la Coppa dei Campioni nel 1982, oltre la Coppa delle Coppe nel 1981. Ha avuto il buon senso di dare carta bianca a Bianchini, esperto nel costruire le squadre.
Bianchini non ha perso tempo. Subito, nel 1982-83, ha vinto lo Scudetto, con una sua grandissima scelta, Larry Wright, come playmaker nonché primo realizzatore, MVP della Serie A. L’anno successivo, 1983-84, la Virtus Roma, sempre con lo sponsor Banco di Roma, ha vinto la Coppa dei Campioni. L’anno dopo, 1984-85, la Virtus ha vinto la Coppa Intercontinentale e ha fatto primo posto nella Serie A nella stagione regolare. Insomma, una catena di successi mai visti prima a Roma. Il ‘Magic Moment’ finisce lì perché Valerio Bianchini lascia il club per diventare CT della Nazionale Italiana.
Eliseo Timò, quindi, ha saputo scegliere gli uomini, pregio non indifferente per un dirigente. Ha saputo anche coinvolgere una città intera, visto che la media-paganti per la finale Roma-Milano è ancora un record per la Serie A: 12.500 per le due partite a Roma (forse di più) e almeno 12.500 per la partita a Milano. Ha stabilito record per incassi per una serie finale, quasi il doppio del record precedente. Quella serie finale ha fatto anche un record-ascolti per la TV, con la RAI a bordo campo e Aldo Giordani al microfono. Quindi, tutti primati: Scudetto, pubblico, incasso, ascolto. Che altro c’è?
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